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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Cisterna di Latina

Crisi e lavoro - Finale amaro, la Paoil di Cisterna chiuderà

Questo l'esito dell'incontro in Regione durante il quale l'azienda richiesto di trasformare la procedura di mobilità in cassa integrazione per cessazione attività di un anno a cui faranno seguito i licenziamenti

Chiude la Paoil. Questo quanto emerso dall’incontro di ieri in Regione: la storica raffineria di Cisterna, una delle più grandi del settore in Italia è definitivamente chiusa.

Finale amaro per i lavoratori, con l’azienda che durante l’incontro a Roma ha richiesto di trasformare la procedura di mobilità aperta il 03 febbraio in cassa integrazione per cessazione attività di un anno con i licenziamenti previsti alla fine dell’anno di cassa integrazione.

“Stiamo parlando di un’azienda che attualmente occupa 41 dipendenti diretti più tutto l’indotto e che è sempre stata un riferimento importante a Cisterna e in tutta la provincia di Latina nel settore dell’olio producendo olio di sansa, di girasole, di vinacciolo, ecc… - commenta l’Ugl -  Nonostante la crisi, la contrazione del mercato e i problemi di liquidità dell’Azienda, anche attraverso l’utilizzo ormai da anni degli ammortizzatori sociali, fino ad oggi almeno la campagna di lavorazione dell’olio di sansa era sempre stata garantita, ma ormai da molti mesi lo stabilimento è completamento fermo”.

In Regione ieri erano presenti  gran parte dei lavoratori assistiti dalle organizzazioni sindacali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Ugl Alimentazione. “I problemi nascono da quando l’Azienda con grossi problemi finanziari, ha perso la proprietà dell’immobile che è passata alle società di Leasing. La Paoil di Cisterna rimane comunque un sito molto appetibile con enormi potenzialità produttive, di filiera e di mercato per altri gruppi industriali del settore che possano avere l’intenzione e la voglia di rilevarlo rilanciando l’attività produttiva. Si spera che qualche imprenditore serio manifesti interessi per l’acquisto del sito e dell’attività produttiva”.

“L’ennesimo caso di crisi e di perdita di posti di lavoro, che vede nel settore agroalimentare, poche prospettive sul nostro territorio, per i lavoratori licenziati – commenta il segretario provinciale Ugl Maria Antonietta Vicaro -. I motivi? Assenza di politiche comunitarie per portare al parlamento europeo i problemi di un settore che è stato abbandonato e che invece aveva proprio nella nostra provincia, una grossa vocazione e possibilità di grande sviluppo. I nostri politici prendano atto di questa ennesima sconfitta. Un altro sito dismesso che si aggiunge ai quasi 40 presenti sul nostro territorio”.

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