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Economia

Agricoltura in ginocchio, settore in crisi: il grido d'allarme dell'Aspal

Prodotti venduti al di sotto del relativo costo di produzione, concorrenza sleale, crollo dei redditi. L'organismo chiede interventi urgenti della politica

“Noi uomini e donne che lavoriamo la terra, siamo colpiti da una crisi profonda che ci sta costringendo sempre più a vendere il nostro prodotto al di sotto del relativo costo di produzione. Sono circa dieci anni che l’Aspal, insieme ad altri movimenti spontanei del settore agricolo, denuncia il crollo dei prezzi al campo, l’aumento vertiginoso dei costi, la concorrenza sleale con altri paesi extraeuropei con conseguente crollo dei redditi; ed ultimamente, anche i danni causati dalle varie calamità naturali oltre all’aumento dei rischi per la salute, per effetto delle costruzioni di continue discariche, centrali biogas e biometano, nei territori agricoli di pregio, con conseguente svuotamento e abbandono delle campagne e indebitamento continuo delle aziende agricole”.

E’ il grido d’allarme lanciato dall’Aspal Lazio che nei giorni scorsi ha riunito in un’assemblea centinaia di agricoltori del territorio. Nel corso dell’incontro il direttivo ha letto il documento, che verrà ora consegnato  in tutte le sedi istituzionali.

Duro l’attacco alla politica: “In questi anni, sia a livello regionale che nazionale e comunitaria, invece di ascoltare le nostre istanze, continua ad ascoltare le grosse lobby sindacali e le grosse lobby commerciali, che stanno trasformando l’Italia, da straordinaria terra di produzione di cibo, in grande piattaforma commerciale in mano alla speculazione finanziaria. Il nostro tanto pubblicizzato Made in Italy, è diventato sempre più un agroalimentare speculativo, in mano ai padroni dei marchi italiani. Per noi agricoltori c’è in gioco la sopravvivenza delle nostre aziende, dei nostri posti di lavoro, la tenuta sociale ed ambientale di interi territori agricoli di eccellenza, e la garanzia di continuare a produrre un cibo sano e genuino”.

“Adesso - si legge ancora nel documento - è giunto il momento per la politica italiana di istituire una nuova e immediata riforma agraria, con nuove regole certe e chiare, che contribuiscano a ridare senso al lavoro della terra, assicurando da un lato, la difesa ambientale dei territori agricoli, scongiurando la realizzazione di nuove discariche e megaimpianti, di qualsiasi tipo essi siano, per il trattamento e la gestione dei rifiuti; dall’altro, la difesa del reddito degli agricoltori, a cominciare dalla revisione di tutti quei trattati che anche la politica italiana ha spesso votato a Bruxelles e non solo. Ed è inoltre importantissimo creare le condizioni, affinché si possa raggiungere un giusto prezzo dei prodotti agricoli al campo per noi agricoltori, al di sopra del costo di produzione di ogni prodotto, visto che siamo l’anello principale della catena agro-alimentare, ma anche quello senza nessun potere contrattuale”.
 

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