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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Crisi nera per famiglie ed imprese, i dati allarmanti di Confesercenti

Sono le più colpite dalla crisi secondo l'analisi di Confesercenti per il periodo 2007-2012. Presidente Fiacco: "Questi dati sono catastrofici e rappresentano lo stato di fatto della nostra economia"

Imprese e famiglie devastate dall’attuale crisi economica che interessa tutto il Paese. Proprio per questo motivo, e partendo da queste considerazioni, Confesercenti ha voluto fare un’analisi sull’attuale crisi congiunturale economica.

FAMIGLIE - La spesa delle famiglie nel 2011 è stata pari a 853.561 milioni di euro. Dall’inizio della crisi (2007) al 2011 la spesa per consumi si riduce dell’1,1% ossia di 9,5 miliardi di euro; ma è stato il 2012 l’anno che ha fatto segnare il trend peggiore con i consumi delle famiglie che nei primi tre trimestri dell’anno si sono ridotti del 4% con un calo della spese di quasi 26 miliardi di euro in soli nove mesi.  Se il calo della spesa delle famiglie che si è verificato nel 2012 si ripetesse anche nel 2013 allora in due anni si assisterebbe ad una contrazione della spesa per consumi interni che sfiorerebbe i 70 miliardi di euro.

IMPRESE - Dando uno sguardo alle imprese, Confesercenti mette in luce come nel 2012 hanno cessato la loro attività 64.126 imprese del commercio al dettaglio (di cui 52.432 pari all’82% sono imprese individuali) e 27.691 imprese attive nell’alloggio e ristorazione. Ben 283 imprese al giorno hanno cessato la loro attività solo in questi due comparti. Nel 2012 si sono registrati 34 fallimenti al giorno. Calano sia il ricavo che il reddito delle imprese in regola con gli studi di settore. Tra il 2007 ed il 2010 i redditi medi dichiarati nel commercio si riducono dell’11%.

TASSE - Nel 2011 e 2012 le manovre fiscali hanno previsto maggiori imposte per famiglie ed imprese per 40 miliardi, cioè di 656 per ciascun abitante. Questo importo è raggiunto grazie all’IMU, allo sblocco dell’addizionale comunale all’IRPEF, all’adeguamento dell’addizionale regionale all’IRPEF, all’aumento dell’aliquota IVA dal 20% al 21%, agli aumenti superiori al tasso d’inflazione delle altre tariffe dei servizi pubblici locali e da altre entrate previste dalle leggi di stabilità. “Inoltre – spiega Confesercenti -, e questo riguarda più da vicino il commercio al dettaglio, il preventivato ulteriore  aumento dell’aliquota ordinaria dell’IVA dal 21% al 22% costringerebbe le famiglie che vorranno mantenere lo stesso volume di acquisti di beni o servizi a sborsare altri 4 miliardi. Ma se non lo faranno, in tutto o in parte, diminuirà il fatturato degli esercizi commerciali. Tutto considerato, se le cose resteranno come indicato, ciascun italiano spenderà nel 2013, in imposte e tasse, 560 euro in più rispetto al 2012. Insomma, quest’anno le famiglie e le imprese pagheranno altri 35 miliardi in imposte e tariffe. In tre anni, dal 2011 al 2013, quasi 75 miliardi in più, 1.250 euro pro capite”.

COSA FARE? – “Le 13 priorità per il 2013, cosa fare per evitare la catastrofe: ridurre le aliquote IRPEF per i redditi medio bassi e ridurre l’IRAP per le PMI; scongiurare l’aumento IVA dal 21 al 22%; escludere IMU da immobili strumentali e prima casa; rivedere riscossione coattiva per debiti tributari e favorire rateizzazioni; rivedere i criteri di applicazione della Tares; favorire le attività dei Confidi per il credito alle imprese; meno costi sul lavoro e meno burocrazia; ridurre i costi a carico delle imprese per l’utilizzo della moneta elettronica; più negozi di vicinato per città più sicure; aperture domenicali solo quando serve e competenze delle Regioni; sostegno allo start-up delle imprese con formazione e innovazione tecnologica; rivedere la norma di pagamenti e contratti per i prodotti agricoli e alimentari; più infrastrutture per favorire la crescita del turismo”.

Questi dati sono catastrofici e rappresentano lo stato di fatto della nostra economia e del settore nel quale siamo maggiormente rappresentativi come associazione - afferma il presidente della Confesercenti provinciale di Latina Giuseppe Fiacco -. Anche nella nostra provincia riscontriamo il trend che abbiamo appena letto, anzi è anche peggiore. Le maggiori difficoltà si riscontrano nei piccoli paesi della provincia. I grandi centri ed il capoluogo vedono ancora resistere gli esercizi commerciali. Speriamo in una ripresa che istituzioni e Governo centrale ci dicono quasi imminente, e speriamo in una risposta dei consumi. Richiediamo a gran voce che le istituzioni locali e regionali riescano a promuovere azioni concrete di aiuto alle nostre imprese, ad aiutarle e ad assisterle per quanto loro possibile ”.

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