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Economia

Crisi occupazionale nel sud pontino, l’allarme lanciato dall’Usb

Chiesti interventi concreti per arginare quella che viene definita "un'emorragia sociale"; lettera scritta dal sindacato, tra gli altri, al prefetto, ai presidenti di Regione e Provincia, ai sindaci e al ministro al Lavoro

L’Usb l’ha definita un’”emorragia sociale” quella sta colpendo indiscriminatamente tutta la zona del sud pontino.

Parliamo della situazione dovuta ad una crisi occupazionale che imperversa nei territori del golfo, una situazione allarmante che ha spinto l’Unione Sindacale di Base – Federazione di Latina ad inviare una lettera al Prefetto, al Presidente della Provincia, al Ministro del Lavoro, al presidente della Regione Lazio, all’assessore regionale al lavoro, ai parlamentari pontini e ai sindaci dei comuni del sud pontino per chiedere interventi immediati e concreti.

LA LETTERA DELL’USB

Le politiche di austerity imposte dagli ultimi governi hanno gravemente compromesso il tessuto sociale di questo territorio.
Anno dopo anno, il sud pontino, dopo essere stato selvaggiamente sfruttato dalle logiche prevalentemente speculative, ha subito la distruzione del suo sistema welfare creando meno crescita per fasce sempre più ampie di popolazione. Una popolazione che ora mai è arrivata allo stremo delle forze e chiede a gran voce il proprio diritto ad una vita dignitosa.
 I fondi Sie (Fondi strutturali e d’investimento europei), destinate alla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva di tutto il territorio laziale, per il periodo 2014-2020, sono un contributo utile ma non basta, per il rilancio dell’integrazione sociale e dello sviluppo economico.
Visto il Codice di Condotta europeo del Partenariato, il quale costituisce le regole affinché ci sia il coinvolgimento delle diverse rappresentanze sociali alla programmazione/attuazione/controllo di interventi regionali a valere sui fondi Sie, ci chiediamo il perché dell’esclusione di una parte importante della rappresentanza sindacale, cioé la Usb, la quale sintetizza nel binomio occupazionale e reddito per tutti l’utilizzo di questi fondi.
Visto la mancanza di trasparenza da parte della Regione riguardo l’utilizzo di questi fondi, e visto la mancanza di risposte alle nostre richieste di chiarimento, a breve presenteremo alla Ce una denuncia sulla violazione del codice di condotta.
Il tavolo istituzionale permanente sulla crisi occupazionale, istituito dal Presidente della Provincia Della Penna, dopo la nostra richiesta presentata nel consiglio comunale di Formia, risulta essere il primo passo per individuare tutto ciò che è necessario per rilanciare il nostro territorio, a patto che alle riunioni seguano le azioni.
Su questo terreno, come il Presidente della Provincia di Latina, anche noi saremo presenti e non ci scorderemo mai delle responsabilità assunte da tutti i livelli istituzionali presenti a questo tavolo. L’incontro di venerdì tra la Provincia di Latina, il sindaco di Formia e gli ex lavoratori del cravattificio Pompei, propedeutico a trovare possibili soluzioni per gestire nuovamente una grave condizione sociale che va avanti, per questi circa 52 ex lavoratori, dal 2003, si è concluso con un nulla di fatto.
L’idea di un raggruppamento temporaneo di impresa tra Comune e scuole per accedere con un progetto, ad oggi inesistente, al Fse (Fondo Sociale Europeo), non risolve nei tempi brevi questa grave situazione economica sociale di queste famiglie. Eppure non era una novità che il progetto formativo, con durata di sei mesi + 6, nel mese di ottobre 2014 avrebbe trovato il suo capolinea.
Questo è solo un esempio di come oggi si gestiscono le crisi occupazionali, un modello acquisito negli anni che non ha risolto il problema occupazione ma se lo è trascinato di anno in anno, una goccia dopo l’altra fino a riempire quesot vaso che oggi sta tracimando.
Riteniamo che poter oggi fronteggiare questa emorragia sociale nel sud pontino è necessario trovare una soluzione rapida affinché le famiglie disagiate possono essere in grado di poter riacquistare quella dignità che è un diritto inalienabile di ogni cittadino (mangiare senza rivolgersi alla Caritas). Per questo chiediamo a tutte le parti in indirizzo di poter finanziare immediatamente la L.R. 20 marzo 2009 n.4 che prevede l’istituzione del reddito minimo garantito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati, unico strumento oggi atto a tamponare questa emorragia
”.

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