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Economia

Imprese in crisi, la protesta: un grido di aiuto dei commercianti pontini

Grande partecipazione da parte degli operatori del settore alla manifestazione organizzata da Confcommercio e che si è conclusa simbolicamente con la consegna delle chiavi delle attività ai sindaci

Era stata annunciata nei giorni scorsi e, da parte dei commercianti e degli operatori del turismo e dei servizi, massiccia è stata la partecipazione alla manifestazione di protesta indetta per oggi da Confcommercio.

Simbolicamente hanno consegnato le chiavi delle loro attività ai sindaci, e il loro grido di aiuto è stato rivolto proprio a loro, ai rappresentanti delle istituzioni affinchè si facciano portavoce del loro malessere e le loro difficoltà.

“Abbiamo coniato uno slogan a questa manifestazione: 'Se le imprese chiudono chiude anche il paese', perché il “cronometro” che scandisce il tempo difficile della più lunga e aspra recessione del dopoguerra ci ha segnalato che in un solo anno, nel 2012, ha chiuso una impresa ogni minuto” ha spiegato il presidente di Confcommercio Italo Di Cocco.
“Noi ci domandiamo cosa rimarrà in piedi, se non si inverte con urgenza la rotta, di quella che abbiamo definito “nave Italia”, se non si cambia la politica fiscale, se non si avvia una politica di crescita e di sviluppo, se non si accende il motore dello sviluppo, per ridare nuova linfa all’economia e speranze nuove alle imprese, ai giovani ed alle donne innanzitutto, che sono gli anelli più deboli del sistema. Senza impresa non c’è futuro, senza impresa non c’è salvezza per l’Italia – ha continuato Di Cocco -. Il futuro del Paese è inscindibilmente legato alle piccole e medie imprese ed all’impresa diffusa. Dunque, la richiesta che avanziamo alla politica ed alle Istituzioni è, anzitutto una richiesta di futuro. Chiediamo futuro e proponiamo di costruirlo insieme muovendo dalle ragioni dell’economia reale: quelle, insieme, delle imprese e del lavoro dei cittadini”.
E proprio guardando al futuro la maggiore paura è legata proprio a lei, alla nuova tassa Tares che, da giugno prossimo, andrà ad accumularsi a tutte le altre che stanno mettendo in ginocchio le imprese.

“Oggi siamo ad un nuovo passaggio dove imprese, politica ed Enti Locali, devono fare ancora di più gioco di squadra per evitare che con la nuova Tassa Tares, si produca una nuova mazzata sulle imprese e sulle famiglie. Noi ci domandiamo  - prosegue il presidente di Confcommercio - quante volte un cittadino, quante volte una impresa, devono mettere mano al proprio portafoglio e al proprio bilancio, per finanziare lo Stato, per usufruire dei suoi servizi. Irpef, Iva, Irap, Imu, Bolli, Accise sulla Benzina, Tosap, Tassa sulla Pubblicità, Bollette sui consumi di energia e di acqua, sono solo alcune delle tasse dirette ed indirette che gravano su tutti noi per sostenere la Pubblica Amministrazione. Se venisse applicata la Tares, secondo analisi della Fipe Nazionale si avrebbe un aumento del 320% per le attività di Bar, caffè e le pasticcerie; si avrebbe un aumento del 480% per i ristoranti, le pizzerie ed i pub; del 690% per le discoteche”.

Cosa chiedono dunque alla politica e alle Istituzioni?  Un confronto, “di aprire una concertazione per il bene comune del sistema socio-economico e della qualità della vita. Di qui il nostro allarme e la nostra manifestazione odierna che chiuderemo, simbolicamente, con la consegna, delle chiavi delle nostre attività. La riconsegna delle chiavi è quindi un appello, una sorta di invocazione di chi chiede ed implora aiuto alle Istituzioni ed alla politica, perché cambi si inverta la rotta della “nave Italia” che rischia di affondare. La consegna delle chiavi è un gesto sicuramente forte, forse provocatorio, che non è rivolto contro di voi, ma vuole essere la simulazione di un atto, che ci auguriamo di non compiere mai per davvero”.
“Fatevi sentire al nostro” ha concluso Di Cocco.

SINDACO DI LATINA, GIOVANNI DI GIORGI – “Riconosco nella vostra protesta un atto serio e importante che non vuole dire chiusura ma vuol dire “aiutateci” ma è importante rendersi conto che siamo in una congiuntura particolare dove è tutto il sistema Italia ad essere in difficoltá” ha affermato Di Giorgi, intervenendo questa mattina all’iniziativa di mobilitazione organizzata dell'Ascom-Confcommercio di Latina.

Noi come Comune dobbiamo essere al vostro fianco, per aiutarvi in questa difficile battaglia della Tares, nonostante i vincoli del patto di stabilità che ci lega le mani dandoci un mero ruolo di gabellieri dello Stato. Bisogna quindi lavorare in sinergia con le associazioni di categoria, gli enti locali e l’Anci, dove, senza colori politici, si cerca di operare per il bene delle imprese che sono il vero motore del nostro Paese. Un esempio di questo modo di operare è il successo che abbiamo ottenuto sulla direttiva Bolkestein. Da un punto di vista propositivo, quello che stiamo facendo anche grazie all’ANCI, è di sollecitare tutti i sindaci ad una adunata nazionale conto il patto di stabilità e contro la Tares, con l’obiettivo di far affrontare al prossimo Governo un posticipo dei pagamenti, anche per capire i parametri e le differenze di applicazione”.

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