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Economia

Crisi Scm, Forte: “Chiarezza per tutelare azienda e lavoratori”

Consigliere regionale del Pd: "Troppi aspetti oscuri nei passaggi di proprietà; necessario fare chiarezza per tutelare l'azienda e i livelli occupazionali"

Assume contorni sempre più preoccupanti la situazione della SMC-Cosmopharma la cui vicenda denota aspetti degni di ulteriori e attenti approfondimenti”.

Con queste parole il consigliere regionale del Pd Enrico Forte interviene sullo status dell’azienda pontina discusso già durante un tavolo regionale a conclusione del quale, il 9 maggio scorso, è stato siglato il nuovo accordo che modifica l’oggetto della cassa integrazione per i dipendenti SCM e solleva una serie di dubbi sui passaggi tra le due società.

“A differenza di quanto avviene normalmente in circostanze di questo genere – attacca  Forte -  il Curatore subentrando ha fino ad oggi mantenuto in essere il contratto di affitto tra SCM e Cosmopharma,  un contratto siglato di recente che consente a Cosmopharma di utilizzare i locali aziendali ed il personale di SCM per lo svolgimento della sua attività, pagando, tramite fattura, sia l’affitto che il costo dei circa quindici dipendenti in servizio. Tuttavia questa storia – prosegue - presenta delle anomalie visto, ad esempio, che tra l’amministratore unico di Cosmopharma e l’amministratore unico di SCM intercorre un rapporto di parentela mentre  entrambi hanno poi rapporti di parentela con il direttore Commerciale ed Operations di Cosmopharma, che appare il vero regista dell’intera operazione”.

Il consigliere regionale ricorda “come nell’aprile 2011, con un’operazione lampo e senza che sia stato effettuato alcun tipo di controllo preventivo, la SMC sia stata rilevata con un piano industriale ambizioso avente come obiettivo quello di reintegrare tutto il personale SMC che all’epoca ammontava a circa 70 unità”.

“Di questo ambizioso progetto – ricorda Forte -  in questi due anni si sono viste solo le briciole perché le unità lavorative reintegrate sono state soltanto una quindicina e  non sono subentrati nuovi clienti se non quelli presenti o trasferiti da altri siti. Nei mesi successivi i dipendenti sono stati pagati in modo saltuario e non continuativo, fino ad arrivare alla situazione odierna nella quale vantano nei confronti dell’azienda un credito pari a cinque stipendi. Nonostante nel luglio 2012 ci fosse stata una manifestazione di interesse a subentrare in azienda da parte di un gruppo costituito da personalità solide, capaci esperte nel settore, dopo un lungo periodo di contatti, incontri e presenze in azienda, la trattativa è fallita a causa degli ostacoli frapposti, spesso in maniera pretestuosa. Svanito l'accordo con il gruppo – racconta ancora Forte -  gli eventi sono precipitati nel corso del 2013 e i debiti aumentati fino ad arrivare al fallimento dell’azienda. La situazione odierna è terribilmente critica tanto che appare necessario ed urgente - conclude il consigliere regionale - fare chiarezza sull’intera vicenda al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e rilanciare l’azienda”.

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