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Economia

Titoli di coda sulla Midal, dichiarato il fallimento della società

La sentenza del tribunale di Latina dopo l'istanza presentata dal pubblico ministero Raffaella Falcione. Intanto continua il "Dis-Gusto tour", la protesta degli ex dipendenti

È fallita la Midal. La notizia era nell’aria e ora per la società non c’è più niente da fare. La notizia è arrivata nella giornata di ieri quando il tribunale ha sciolto le riserve e dichiarato il fallimento dell’azienda dopo l’istanza che era stata presentata dal pubblico ministero Raffaella Falcioni.

Troppi i debiti che affossavano la Midal, tanti i creditori, e la decisione è apparsa quasi inevitabile. Nominati dal collegio tre curatori nelle cui mani passerà il destino dei lavoratori.

Lavoratori che intanto proseguono il loro “Dis-Gisto tour". La prossima tappa è prevista proprio per questo pomeriggio nel parcheggio del centro commerciale Latina Fiori.

Sempre più sul piede di guerra gli ex dipendenti Sidis che hanno deciso di non sottoscrivere il loro contratto. Non hanno accettato la conciliazione, hanno impugnato i loro lincenziamenti e ora sono in lotta a difesa dei loro diritti. E dopo l’incursione di martedì 17 gennaio durante il consiglio comunale e il sit in di giovedì davanti al tribunale proprio mentre si svolgeva l’udienza che riguardava la Midal, eccoli scendere di nuovo in piazza.

“Il nostro tour non è solo un tour di protesta è anche il viaggio metaforico attraverso la nostra nuova condizione di disoccupati, si dice che” liberando il tempo” si ha “il tempo di pensare”. Per questo abbiamo proposto nelle diverse tappe del tour, simboli ed immagini che hanno come argomento la vicenda Midal, ma più in generale i diritti negati”. Così sulla loro pagina facebook spiegano la loro azione di protesta che ormai dura da settimana e che, con quella di oggi, arriva alla sua nona tappa.

La crisi della Midal, ricordiamo, era iniziata l’estate scorsa e aveva portato progressivamente alla chiusura dei diversi supermercati, tra cui proprio quello di Gusto che nel tempo era diventato il fiore all'occhiello dell'azienda. Di seguito poi la vertenza da parte dei lavoratori fino ai nuovi accordi dell’ottobre scorso. Piano piano la situazione era sembrata ritornare sui giusti binari, fino all’epilogo di ieri.

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