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Economia

Ridurre l’Imu per le aziende, il grido di allarme di Federlazio

Federlazio chiede di abbassare l'aliquota per aiutare le aziende pontine: "In questo periodo si lavora di meno e si paga di più è questo è assurdo"

Dopo la Coldiretti, anche Federlazio interviene in materia di Imu a tutela di quelle piccole e medie imprese “dimenticate” e che pagano lo scotto della nuova imposta che grava pesantemente in un periodo già particolarmente difficile.

“Il nuovo Governo è già al lavoro. Si sta pensando ad un Decreto-ponte per risolvere il rebus dell’Imu. Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, spinge per una soluzione graduale dell’imposta sulla casa e tutte le associazioni di categoria, - spiega Federlazio in una nota -, sperano vivamente che il provvedimento, pensato per sospendere il pagamento della prima rata di giugno, interessi anche i fabbricati industriali perché, parlando di Imu, la politica si era dimenticata delle imprese. Se niente cambierà quest’anno i capannoni (e tutti gli immobili inseriti nella categoria catastale D) pagheranno un salasso che non farà altro che mettere ancora di più in ginocchio le aziende della provincia di Latina”.

“I primi conteggi agli imprenditori – spiega Saverio Motolese, Direttore di Federlazio Latina – sono arrivati e si tratta di bollette da capogiro (la media si aggira intorno ai 30 – 40 mila euro) che stanno preoccupando e non poco i nostri associati”. Secondo le prime stime, infatti, la prima rata Imu del 2013, per le aziende, ha subito un aumento medio del 35% rispetto alla rata versata lo scorso anno nel mese di giugno; un maggior introito che non finirà nemmeno nelle casse comunali visto che, a seguito della legge di stabilità del 2013, il gettito Imu incassato sui fabbricati “D” sarà quasi interamente destinato allo Stato.

Ma, “la cosa ancora più grave – afferma il Direttore di Federlazio - è che l’Imu non è deducibile, ovvero ciò che gli imprenditori pagano diventa componente del reddito di impresa. Insomma praticamente l’Imu è una tassa sulla tassa. Il salasso dell’Imu, inoltre cade in un momento difficile visto che i capannoni industriali sono sottoutilizzati, con impianti che lavorano solo a metà. Si lavora di meno e si paga di più è questo è assurdo. Gli effetti economici che l’Imu provocherà sui bilanci delle aziende è un aggravio intollerabile, in particolare per quelle medio piccole che noi rappresentiamo”.

“L’Imu sugli immobili strumentali sta distruggendo la piccola e media impresa e mentre i Comuni hanno cercato di moderarsi sulle aliquote per la prima casa, per le aziende nessuno si è preoccupato. Il problema – spiega ancora Motolese - è che se le aziende chiudono perché sempre più schiacciate dalle tasse i dipendenti andranno ad aumentare solo il tasso di disoccupazione. E questo è quello che sta accadendo nella nostra provincia con tantissimi lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Questa è cronaca di tutti i giorni”.

Il Direttore di Federlazio Latina sottolinea anche il fatto che abolire del tutto l’Imu sulle imprese è senza subbio una sfida impossibile per il nuovo Governo, ma almeno abbassare l’aliquota potrebbe aiutare le aziende pontine che non ce la fanno veramente più a sostenere questa situazione diventata a dir poco critica.

“Ci aspettiamo segnali importanti dal nuovo Governo a cui avanzeremo una serie di proposte per aiutare le aziende in questo particolare momento storico ed economico – aggiunge ancora Motolese.  Bisogna ridurre il cuneo fiscale e dare incentivi alle aziende per assumere i giovani altrimenti il tasso di disoccupazione che si sta registrando nella nostra provincia non farà altro che aumentare. Siamo arrivati ad una situazione – conclude Motolese – in cui i cinquantenni perdono il lavoro e non sono neanche più reinseribili nel mercato e i giovani non trovano posto. Noi ci faremo portavoce di tutte queste problematiche che ogni giorno i nostri associati ci sollevano perché speriamo in una diminuzione sostanziosa delle tasse sul lavoro per rilanciare il potere d’acquisto e la capacità di assunzione da parte delle nostre imprese che rappresentano, poi, il cuore economico della nostra provincia”.

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