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Sabato, 27 Aprile 2024
L'allarme

Mercato del lavoro in crescita, ma i cittadini pontini sono sempre più precari

I dati analizzati dal sindacato Uil. Sul territorio pontino - 1.289 contratti a tempo indeterminato. Quasi 17mila quelli a termine, oltre 6mila gli stagionali

Un'analisi del lavoro sul territorio pontino: 33.412 i rapporti attivati nei primi sei mesi del 2023, dopo Roma la provincia di Latina è quella con il maggio numero di avviamenti contrattuali. E' un dato che emerge dal dossier "Occupazione e qualità del lavoro nella regione" realizzato dalla Uil del Lazio e dall'istituto di ricerca Eures sulla base dei dati forniti dall'Inps, che coinvolgono i dipendenti del settore privato con l'esclusione del settore agricolo. 

Un risultato a primo impatto incoraggiante, ma che evidenzia tuttavia alcune importanti criticità. "Tra gennaio e giugno 2022 infatti - spiega il segretario generale della Uil di Latina Luigi Garullo - i contratti avviati erano stati 34.809, risultato superiore del 4% a quello del primo semestre dell’anno in corso. Non solo. Se più compiutamente analizziamo il saldo tra le attivazioni e le cessazioni contrattuali, il risultato si attesta a 11.708 unità, contro le 11.802 dello stesso periodo del 2022”.  Sul piano regionale i numeri delineano uno scenario che sembra positivo: in questo primo semestre nel Lazio sono state 492,7 mila le attivazioni contrattuali mentre circa 412 mila le cessazioni, con un saldo di oltre 80mila unità. Ma le ombre non mancano. Anche se in crescita, il mercato del lavoro è sempre più fortemente contraddistinto da rapporti di lavoro precari. Fenomeno ben visibile anche nel nostro territorio pontino.

I numeri del dossier relativi al primo semestre 2023 non lasciano spazio a dubbi: i contratti a tempo indeterminato sono stati 4.569, mentre 16.899 sono stati quelli a termine, 1.568 quelli di apprendistato, 6.264 gli stagionali, 2.864 i contratti in somministrazione e 1.258 quelli intermittenti.  Approfondendo l’aspetto del saldo tra attivazioni e cessazioni e confrontando i due archi temporali, lo scenario occupazionale si fa più inquietante. Secondo la fotografia del dossier Uil Eures: a conti fatti oggi mancano all’appello 1.289 contratti a tempo indeterminato, mentre aumenta la tipologia dell'apprendistato (655). "Volendo sintetizzare – aggiunge il segretario della Uil – la nostra provincia si contraddistingue per essere quella con la percentuale più bassa di attivazioni di contratti a tempo indeterminato (13,7%) e per quella più alta di stagionali (18,7%). Su questa altalena di numeri si consuma la tragedia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, già alle prese con una inflazione che ha pesato non poco sul budget delle famiglie. Il dramma è l’instabilità lavorativa, le scarse certezze per il futuro e l’impossibiltà di programmare progetti di vita. Una spirale insostenibile che impoverisce sempre più persone e che non offre prospettive neppure alle imprese. Cosa fare? Si può seguire il modello spagnolo che ha limitato drasticamente il ricorso a forme contrattuali precarie. Ma poi serve anche una seria politica industriale e di sviluppo che valorizzi ogni singolo territorio del Paese”.

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