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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Liberalizzazioni, Patarini: “Difficile conciliare tempi di vita e lavoro”

Il consigliere comunale invita ad una riflessione; liberalizzare il commercio significa anche regolamentazione: "Un settore liberalizzato ha bisogno di regole chiare e trasparenti"

Le liberalizzazioni nel settore commerciale continuano a provocare polemiche. Dopo le proteste dei sindacati per l’apertura degli esercizi commerciali nei giorni di festa come quelli del 25 aprile e del 1 maggio, il consigliere comunale di Si per Latina, Maurizio Patarini, è voluto intervenire sul tema caldo dell’attualità non solo a livello locale.

È giusto liberalizzare il settore commerciale concedendo agli esercenti di tenere aperte le loro attività senza limiti di giorni e orari? A questa domanda ha cercato di fornire una risposta Patarini.

“Le liberalizzazioni possono essere di sostegno alla crescita del paese a condizione che non si traducano in un azione indistinta, incoerente e improvvisata . Liberalizzare significa interagire col mondo del lavoro e con la sfere dei diritti di cittadinanza. L'apertura degli esercizi commerciali nelle festività civili, religiose e più in generale alle liberalizzazioni degli orari di apertura e chiusura, meriterebbero una riflessione più ampia”.

Regolamentare il “settore liberalizzato”, di fatto la proposta del consigliere comunale di Si per Latina. “Un settore liberalizzato ha bisogno di regole chiare e trasparenti, visto l’incapacità del mercato di autoregolarsi, creando fortissime ripercussioni fino ad arrivare a rendere impossibile la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di migliaia di addetti, per lo più donne. Le famiglie non sono solo dei consumatori, ma nucleo fondante della nostra società e come tale ha il diritto di stare insieme”.

“La deregulation che vive oggi il  comparto dei pubblici esercizi a seguito delle liberalizzazioni penalizza fortemente le famiglie ed in particolar modo le donne e le mamme – ribadisce Patarini - . Ritengo sia necessario arginare la deregulation con patti comunali e territoriali per salvaguardare alcune giornate, proponendo ai grandi gruppi e alle associazioni di categoria e ai sindacati un accordo per la chiusura nelle principali festività di riferimento delle comunità”.

“Un “patto di comunità”, un accordo che non entra nel merito della legge, né della contrattazione, ma che si basa su un’intesa fiduciaria tra i firmatari raccolti attorno ad un tavolo dall’amministrazione comunale. Una città – chiosa Patarini -, non è fatta solamente da un insieme di attività, dove nessuna sa dell’altra, ma da una rete di relazioni e di condivisioni che danno vita alla convivenza. E nella convivenza occorre che ci sia spazio per un interesse collettivo dove venga tutelata l'unita della famiglia.

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