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Economia Cisterna di Latina

Contro i licenziamenti della Findus, Cisterna unita in un corteo

Massiccia l'adesione alla manifestazione da parte di politici e cittadini che si sono stretti intorno ai dipendenti del sito di Cisterna

Hanno protestato contro i licenziamenti e per il lavoro quale bene primario per la dignità e per un progetto di vita.

Dopo l’ultimo duro colpo, l’ennesima per gli operai del sito di Cisterna e per l’economia locale, i lavoratori della Findus ma anche ex lavoratori GoodYear, cittadini, associazioni ed istituzioni, sono scesi in piazza. Il corteo è partito alle 9.30 dal piazzale dello stabilimento di via Appia, la cui dirigenza, a seguito della rottura della trattativa sindacale, ha recapitato 52 lettere di licenziamento, per concludersi davanti il palazzo comunale. La manifestazione arriva dopo oltre una settimana di sciopero, con i dipendenti in presidio davanti i cancelli dello stabilimento,

Compostamente, silenziosamente, introdotto da un gruppo di sbandieratori di Cori, il corteo ha poi raggiunto il centro della città. Solidarietà ai dipendenti del sito di Cisterna è stata dimostrata anche dai commercianti locali che, rispondendo all’invito del sindaco Merolla, hanno abbassato le serrande dei loro negozi mentre alcuni bar hanno gratuitamente offerto acqua ai manifestanti.

Al termine del corteo, intorno alle 11,30 circa, in un’aula consiliare gremita, si è tenuta la prevista assemblea pubblica trasmessa in diretta streaming.

Erano presenti Sesa Amici (Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di Governo), Claudio Moscardelli e Ivana Simeoni (Senatori), Pasquale Maietta (Deputato), Enrico Forte e Rosa Giancola (Consiglieri Regionali), Silvio D’Arco (Assessore Provinciale), i sindaci Antonello Merolla (Cisterna), Tommaso Conti (Cori), Angelo Tomei (Rocca Massima), Carla Amici (Roccagorga), Eligio Tombolillo (Pontinia), Giuseppina Giovannoli (Sermoneta), Andrea Campoli (Sezze), Vittorio Marchitti (assessore di Aprilia), Maria Cristina Compagno (Segretario nazionale CGIL-FP), Augusto Cianfoni (Segretario nazionale FAI-CISL), Claudio Di Bernardino (segretario generale Cgil Roma e Lazio), Eva Blasi (segretario generale CISL Latina), RSU Findus, Giovanni Gioia (segretario generale FLSI CGIL Latina), Tonino Passaretti (Segretario UILA Latina), Tiziana Priori (segretario FAI CISL Latina), vari altri rappresentanti sindacali, assessori e consiglieri comunali, lavoratori e cittadini.

GLI INTERVENTI - Ha introdotto il sindaco Merolla che dopo aver ribadito la constata disponibilità dei sindacati al raggiungimento di un accordo ostinatamente non voluto dall’azienda, ha rivolto un appello affinché le istituzioni regionali e nazionali si facciano carico di interventi forti in favore del diritto al lavoro, perché i piani di riorganizzazione aziendale non debbono passare sulla vita delle famiglie e delle comunità. I tagli occupazionali, come nel caso della Findus, diventano una questione di forte impatto sociale, soprattutto in un territorio già duramente provato. “Chi viene in Italia – ha sentenziato Merolla con riferimento alla nuova proprietà britannica dello stabilimento cisternese - deve accettare le leggi italiane, e il rispetto dei lavoratori e dei cittadini italiani”.

“Se chiude la Findus – ha detto Tiziana Priori della Fai Cisl - muore un grandie mercato dell’indotto in tutta la provincia. Stimiamo oltre 2mila lavoratori impegnati in vari settori, dall’agricoltura ai trasporti, sono collegati con questo stabilimento. I tagli vanno a colpire soprattutto lavoratori monoreddito, fasce deboli. Abbiamo chiesto l’apertura di due tavoli al ministero. Chiediamo alla politica, di qualunque colore, di intervenire. Dietro ogni lavoratore c’è una vita”.

Passaretti della Uila ha posto l’accento sull’urgenza di far ritirare le 52 lettere di licenziamento attivando ogni livello istituzionale, ma anche di proseguire le iniziative di lotta per scongiurare la possibile chiusura dello stabilimento e tutelare i livelli occupazionali in provincia.

“Ci sono lavoratori ricoverati all’ospedale per essersi sentiti male al ricevimento della lettera di licenziamento – ha detto Giovanni Gioia della Flai Cgil – . La politica deve starci vicino. I piani industriali non si possono fare con i soldi pubblici. I lavoratori della Findus hanno accettato di tutto per scongiurare i licenziamenti che invece sono comunque arrivati. E’ la più grande industria alimentare della provincia di Latina, una delle più grandi aziende di Cisterna. Continueremo la protesta ad oltranza. Non possono portare via il marchio e continuare a produrre all’estero”.

“Non è una questione di far ragionare un’azienda – ha detto il consigliere regionale Rosa Giancola – ma di far prevalere il diritto al lavoro su quello economico. Le istituzioni devono reinterpretare il sistema economico e trovare soluzioni per il reimpiego. Altrimenti questo copione si ripeterà sempre peggio e non consegniamo un futuro ai cittadini”.

Il sottosegretario Sesa Amici ha ribadito l’impegno del Governo Letta verso il lavoro e la ricerca di fondi europei. “Sappiamo che la crisi italiana non è la mancanza di lavoro - ha detto - ma la perdita di lavoro. Su questo fronte dobbiamo essere tutti uniti. E così sarà per la vicenda Findus con l’impegno del Prefetto e quello, importante, del tavolo ministeriale convocato per le 15 del 22 luglio dove saremo al fianco dei sindacati e lavoratori  per capire cosa si può fare per una soluzione di dignità e di lavoro”.

Il sindaco Merolla ha chiesto per lunedì mattina alle 8.30 una seduta urgente della conferenza dei capigruppo consiliari di Cisterna per la formazione di un documento politico da presentare alla Regione, al Ministero del Lavoro ed a quello dello Sviluppo Economico. Intanto ha predisposto una lettera ufficiale indirizzata all’amministratore delegato della Birds Eye Iglo, proprietaria della CSI Findus, e sottoscritta da tutti i presenti, affinché riveda la decisioni di licenziare e si avvii “un percorso comune che, al di là del rispetto delle leggi italiane e soprattutto della normativa italiana in tema di lavoro, ponga in evidenza la questione sociale e soprattutto l’esigenza di trovare le più idonee soluzioni per salvaguardare i livelli produttivi ed occupazionali dello stabilimento di Cisterna. Siamo convinti che il più delle volte non può esserci alla base delle decisioni assunte solo la asettica formula matematica costi/ricavi. Anzi, crediamo che uno stabilimento che rappresenta anche la storia industriale della nostra città, della nostra provincia e dell’intera regione Lazio, debba tenere conto soprattutto di quanto lo stesso rappresenti per quel territorio ed anche quanto le istituzioni abbiano inciso per poterlo sviluppare e farlo crescere”.

L'INTERVENTO DEL COSNGILIERE REGIONALE GIANCOLA

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