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Economia

Mercato immobiliare, bilancio critico per un anno di governo tecnico

L'intervento della Fiap che tira le somme dopo un anno di Governo Monti in cui alla crisi sono state aggiunte le pesanti tasse: "Immobiliare come un bancomat, occorre ripartire"

Nei giorni scorsi la Fiap ha tirato le somme sul 2012 nel mercato immobiliare, un anno dal bilancio negativo che ha visto il settore in grande difficoltà.

Il Consiglio Nazionale della Fiaip, riunitosi a Roma ha tracciato, invece, un bilancio sull’operato del governo Monti rispetto al comparto immobiliare, resoconto che la Federazione stessa non ha potuto far altro che dare un giudizio negativo.

Secondo quanto emerso, un anno di governo tecnico “ha penalizzato il risparmio delle famiglie, e quindi la proprietà immobiliare diffusa, per favorire esclusivamente i beni mobiliari e gli impieghi finanziari. Le tasse sulla casa sono aumentate – insiste Nardi - e hanno penalizzato, oltre che le transazioni immobiliari, il ceto medio e i piccoli risparmiatori in generale”.

Tra imposte dirette e indirette sulla casa, nel nostro Paese il livello di tassazione degli immobili era all’1,44%, contro l’1,32% dei paesi Ue nell’Ocse e dell’1,26% dell’Eurozona. “Grazie proprio all’introduzione dell’Imposta Municipale Unica – precisa Nardi – il nostro Paese ha purtroppo scalato velocemente la vetta in Europa e l’imposizione fiscale sugli immobili oggi arriva al 1,7% del P.I.L., ben al di sopra della quasi totalità dei Paesi dell’Unione Europea. Dall’inizio della crisi si sono persi più di 360.000 posti di lavoro nel settore immobiliare e siamo in presenza di provvedimenti che mostrano la distanza della politica dalla realtà del Paese”.

Per Fiaip “rigore e crescita possono marciare di pari passo, e per una ripresa più strutturata è necessario riaccendere subito il motore dell’immobiliare, ridurre i costi strutturali della politica e gli sprechi della Pubblica Amministrazione. Servono nuove politiche per la casa e per tutto il comparto immobiliare, che stimolino gli investimenti nel mattone e un allentamento immediato della morsa tributaria sugli immobili”.

Senza un intervento deciso nel brevissimo periodo – torna a ribadire Nardi -, “le previsioni per il 2013 non saranno affatto rosee. Noi riteniamo che se non cambia qualcosa a livello di legislazione, con provvedimenti mirati che possano supportare la possibilità di acquisto e di compravendita, le previsioni nel breve e nel lungo periodo non siano affatto positive. Senza dubbio la ragione principale del blocco delle compravendite deve essere individuata nell’attuale sistema di tassazione, che appare per certi versi addirittura vessatorio. Il Governo, in questa fase delicata che il Paese sta attraversando, ha chiesto continuamente che vengano formulate proposte di risanamento “a saldo zero”. A questo proposito vorrei richiamare l'attenzione su un dato: rispetto a due o tre anni fa il numero di compravendite è calato di circa 300-350mila unità, passando più o meno da 700mila alle attuali 400mila. Conseguenza diretta di ciò è una contrazione sensibile del gettito, contrazione che non è certo stata compensata dalle entrate ottenute tramite le nuove tasse sugli immobili. È necessario rendersi conto che far ripartire il mercato immobiliare è una priorità, dato che se questo settore si rimettesse in moto, sarebbe l’intero sistema economico a trarne beneficio”.

“I candidati alle prossime elezioni – dichiara Nardi – dovranno includere nei loro programmi politiche sostenibili e compatibili per il rilancio dell’economia dell’Italia e in particolar modo azioni che facciano ripartire il mercato immobiliare, vero motore dell’economia nazionale”.

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