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Economia

“Concorrenza sleale dei circoli privati”, la polemica di Di Cocco

Nessuna autorizzazione pubblica per i privati, così esenti da controlli. La provocazione del presidente provinciale di Fipe-Confcommercio: "Trasformiamo tutti i ristoranti in circoli"

“Trasformare tutti i ristoranti in circoli privati in modo tale da godere dei loro stessi benefici di tasse ed esenzioni da controlli”.

È questa la provocazione di Italo Di Cocco. Il presidente provinciale della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio, all’indomani di un servizio mandato in onda da “Le Iene”, programma trasmesso il giovedì sera da Italia1, punta il dito contro i gestori dei circoli privati, i quali davanti le telecamere di Mediaset avrebbero raccontato come riuscire ad evadere le tasse e qual è il meccanismo attuato per evitare di essere sottoposti a controlli.

Il problema ruota tutto intorno al decreto sulle semplificazioni del Governo, e alla mancata correzione con l’introduzione dell’autorizzazione pubblica, e quanto riferito dal ministro Patroni Griffini nell’ultimo resoconto parlamentare.

Secondo Fipe, togliendo l’autorizzazione di pubblica sicurezza, cioè quella ritenuta dal Ministro inutilmente aggiuntiva, in realtà si impedisce l’intervento preventivo da parte delle forze dell’ordine in caso venisse ravvisata una situazione di pericolo per i cittadini. In parole povere, “ciò significa che polizia e carabinieri non potrebbero accedere immediatamente al luogo dove si somministrano cibi e bevande, ma dovrebbero attendere il mandato del magistrato” si legge in una nota di Fipe.

Un esempio su tutti, il consumo di alcolici a persone di qualsiasi età e a qualsiasi ora. “I circoli – continua la nota -  continuerebbero infatti ad essere soggetti al divieto di somministrazione di alcolici oltre le 3 del mattino, ma senza l’autorizzazione di pubblica sicurezza diventano luoghi esenti dai blitz. Tutto ciò aggrava la situazione di concorrenza sleale creata dai circoli a danno delle attività commerciali propriamente inquadrate e soggette a obblighi di legge più complessi e articolati. Non è un caso che alcuni circoli nascano proprio con l’obiettivo di effettuare un’attività da esercente eludendo norme, tasse e contributi di ogni genere; in altre parole effettuando concorrenza sleale nei confronti di chi è in regola”.

“Si tratta di una palese ingiustizia - dichiara il presidente nazionale Fipe, Lino Stoppani -. Noi subiamo i controlli fiscali e passiamo da evasori; i circoli non rilasciano scontrini ‘a norma di legge’ e non pagano le imposte e l’Iva sulla somministrazione, eppure non si alza un dito per combattere questa situazione”

“Alla luce di quanto sopra – dichiara il Presidente Provinciale della FIPE-Confcommercio di Latina, Italo Di Cocco – annuncio che, ove mai non saranno assunte dal Governo e dal Parlamento le adeguate iniziative legislative atte a salvaguardare la qualità della enogastronomia e le condizioni di parità nell’esercizio delle attività, proporrò ai miei associati di chiedere ai Comuni la trasformazione della Autorizzazione Amministrativa per Pubblico Esercizio in quella di “semplice” Circolo Privato. E’ un atto provocatorio ma che serve a denunciare la grave concorrenza che subiscono giornalmente centinaia di ristoratori da soggetti che sono esentati da tasse, tributi e da controlli”.

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