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Latina tra le ultime per spesa sociale: solo 63 euro per abitante

L’allarme di Cgil, Cisl e Uil: chiedono al Comune di Latina nuove misure per i soggetti in difficoltà ed esprimono amarezza per il mancato incontro. Intanto domani manifestazione sotto la Prefettura per chiedere la revisione della legge Fornero

Interventi per chi ha, più di altri, sofferto della lunga crisi economica”: questo l’appello che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, rivolgono al Comune di Latina, chiedendo nuove misure a favore dei cittadini, dei pensionati e delle famiglie in difficoltà ed esprimendo anche amarezza per la mancata convocazione di un incontro chiesto nei mesi scorsi

“Le parti più fragili della nostra comunità subiscono le conseguenze della disorganizzazione e inefficienza, a volte vicina alla paralisi, che ha caratterizzato il Comune di Latina negli ultimi anni - spigano in una nota -. Per questi motivi Cgil Cisl e Uil auspicano nuovi servizi di sostegno per le famiglie con basso reddito. A partire dal rilancio dell'assistenza domiciliare e dagli aiuti per le famiglie con minori”.

Ma non solo, i sindacati chiedono, inoltre, “di fare il punto della situazione riguardo le aziende partecipate. Occorre rivedere i criteri di gestione, spesso caratterizzati dalla inefficienza e dallo sperpero di risorse, con preoccupanti conseguenze anche sui livelli occupazionali”.

LA SPESA PUBBLICA - Ma è sulla spesa sociale che Cgil Cisl e Uil intendono richiamare l'attenzione. “Latina, infatti - proseguono nella nota -, è nelle posizioni più basse nella graduatoria nazionale e regionale. La spesa sociale procapite  per ogni cittadino italiano nel 2011 (dati Istat)  è stata di 116 euro per ogni abitante ( a Trento 282). Nel Lazio la media della spesa è stata di 153 euro per abitante. In provincia di Latina si sono spesi soli  63 euro per ogni abitante, meno che in ogni altra provincia della regione (a Roma 183 euro)”.

IL CASO DEGLI ASILI NIDO - “Del resto le voci di spesa e i parametri di efficienza degli interventi sociali sono, quasi, tutti in sofferenza. Si prenda, ad esempio, il caso degli asili nido. Il recente rapporto di cittadinanzattiva 2015 informa che a Latina vi sono 2,5 posti in asilo nido comunale ogni mille abitanti. Contro i 4,6 di Roma e i 4,4 della media regionale. Latina è ultima in regione, superata anche da Frosinone con 3,5 posti. Di contro la retta richiesta dal Comune di  Latina è una delle più alte: 400 euro al mese, contro i 146 euro di Roma e i 300 della media regionale. Superiore alla media nazionale che è di 311 euro”.

L’APPELLO - Da qui la richiesta, circa due mesi fa, di un incontro con il commissario di Governo del Comune di Latina. “Richiesta rinnovata più volte - spiegano - senza ottenere alcuna risposta. I segretari di Cgil Cisl e Uil, Anselmo Briganti, Tommaso Ausili e  Luigi Garullo, esprimono amarezza per la mancata risposta da parte del Comune e la scarsa sensibilità riguardo problematiche così acute. Nei prossimi giorni saranno realizzate iniziative di mobilitazione  e di sensibilizzazione, per richiamare l'attenzione di tutti su questi temi. In particolare l'attenzione di chi è responsabile, anche se provvisoriamente, della gestione della cosa pubblica”.

LA MANIFESTAZIONE PER I PENSIONATI - Intanto domani mattina, lunedì 12 ottobre alla 10, si terrà una manifestazione davanti la Prefettura per chiedere un sistema pensionistico più equo e la modifica della legge Fornero. I segretari, Briganti, Ausili e Garullo, saranno ricevuti dal prefetto, al quale illustreranno le proposte di riforma del sistema previdenziale e le iniziative di sostegno.

“E’ urgente un intervento strutturale di modifica della legge Fornero che abbassi l'età di accesso alla pensione, reintroducendo una vera flessibilità in uscita e intervenendo sui lavoratori precoci - spiegano in una nota Cgil, Cisl e Uil -. Ciò anche per favorire il turn over e, quindi, incrementare l'occupazione giovanile.Va inoltre varata la settima salvaguardia per i lavoratori esodati e consentita l'applicazione dell'opzione donna. Misure che non necessitano di nuove coperture finanziarie, così come vanno sanati alcuni tra i più macroscopici ‘errori’ della legge Fornero. Tra gli altri quelli relativi ai lavoratori delle ferrovie e alla quota 96 per i lavoratori della scuola”.

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