Al D’Annunzio il musical Anastasia di Sonia Onelli
Tra un mese saranno cento anni. Un secolo per un mistero che nacque dal sangue del massacro di Ekaterinburg, nella profonda Russia degli Urali, e che crebbe nell’Europa e nell’America attraversate dal nazismo e dalla guerra. Al centro c’era lei, la piccola Anastasia Romanov, l’ultima delle figlie femmine dello zar di tutte le Russie, scampata alla morte atroce che fu riservata alla famiglia imperiale dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Salvata dai gioielli cuciti sotto gli abiti, che le fecero da scudo, si è detto. Portata lontano, verso la salvezza, a Parigi e poi a New York, e morta tanti anni dopo. Lei o chi per lei, Anna Anderson o Ivanova Vasileva. Ma Anastasia e il mistero di quella notte sono sopravvissuti a tutto e a tutti, agli amici e ai detrattori, alla logica e al sogno, alle testimonianze controverse e al Dna.
Anastasia Romanov è l’incarnazione della leggenda, la più affascinante leggenda della storia moderna. Incarnata in film e cartoni animati, rivivrà ancora una volta a Latina, il 21 e il 22 giugno, nell’ormai tradizionale appuntamento dell’Accademia Sonia Onelli al teatro D’Annunzio con l’annuale saggio-spettacolo. Che anche quest’anno sarà un musical originale, con danze, balli tradizionali russi, canti, acrobazie aeree, recitazione dal vivo.
C’è tutta la maestria di Sonia Onelli, tutto il suo amore per la storia e per la cura dei particolari, nel nuovo spettacolo: lo studio della storia russa e della famiglia Romanov, la vicenda di Anastasia, i costumi originali acquistati nelle botteghe antiquarie di Vienna e Bratislava, i pizzi e le passamanerie d’epoca, i quadri e le ambientazioni ricostruite con pazienza e cura dei dettagli. E poi le scenografie, arricchite dalle innovazioni importate dagli Stati Uniti e dai teatri di Broadway, dove Sonia Onelli sta affinando (Dance Center - Actors Studio ) la sua naturale predisposizione alla coreografia, alla regia e all’arte dello spettacolo.
Visti i risultati degli anni passati, non potrà che essere un successo. Ancora pochi giorni e poi ecco, sul palcoscenico saliranno gli allievi di Sonia; di Consuelo Dell’Unto che dall’Accademia di via Cisterna è volata all’Accademia circense di Roma per poi riportare la sua arte sulle tavole del D’Annunzio; di Silvia Di Girolamo, che si sta specializzando all’Accademia di danza di Budapest; di Carlo Scardovi, primo ballerino al Teatro dell’Opera di Roma; di Judit Murani, docente dell’Hungarian Dance Academy di Budapest; di Micol Toudi, insegnante di musica e canto dal conservatorio; di Giacomo Siciliani, insegnante di recitazione e di doppiaggio; di Loredana Guttoriello, una consolidatissima esperienza affinata all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo, una garanzia di qualità per chiunque si voglia avvicinare alla danza, allo spettacolo e al mondo circense.
Ancora poche ore, dunque, e la magia avrà luogo. Si aprano le danze, dietro il sipario c’è la verità sulla principessa Anastasia.