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Cultura

Forse non tutti sanno che: leggende e misteri della provincia pontina

Miti, leggende, racconti popolari che arricchiscono la storia di elementi sovrannaturali, spesso romantici, altre volte inquietanti, anche la provincia pontina ne è ricca

Il territorio pontino è caratterizzato da paesi dalle antichissime origini e dalle giovani città di fondazione. Ma che le città siano giovani o antiche, hanno sempre delle leggende che ne colorano la storia, arricchendola di particolari romantici o inquietanti. Storie spesso conosciute dagli anziani che le raccontano ai nipoti, e che piene di modifiche si tramandano di generazione in generazione arricchendosi di particolari, personaggi stravaganti e situazioni incredibili.

Due in particolare hanno a che fare, in maniera molto diversa tra loro, con le paludi pontine, luogo odiato perché portatore di morte e disagi per ogni attività dell’uomo: la leggenda della Principessa Ninfa e la leggenda dell’edificazione di piazza del popolo a Latina, allora Littoria.

La leggenda della principessa Ninfa

In un tempo lontano, il Re di Ninfa governava in modo saggio e giusto. Desiderava ardentemente che le paludi che circondavano la città venissero prosciugate perché portavano malattie alla sua gente, per cui dichiarò che chi fosse riuscito a prosciugarle avrebbe avuto in sposa sua figlia, la bellissima principessa Ninfa.
I re dei due territori confinanti si proposero di tentare l’impresa: il Re Martino, giovane coraggioso e giusto, che amava segretamente Ninfa, e il re stregone Moro. Il territorio fu diviso in due parti, in una Martino provò attraverso canali e complessi lavori a domare le paludi, mentre il re Moro non alzò un dito fino al giorno precedente lo scadere della prova, quando usando la magia nera riuscì a prosciugare la palude. Il Re suo malgrado dovette riconoscere la vittoria a Moro e ordinò che Ninfa lo sposasse. La giovane rifiutò strenuamente questo matrimonio e fu rinchiusa nella torre del castello da dove una notte, in un gesto disperato, si gettò. La leggenda vuole che nelle notti di luna piena sulle sponde del laghetto di Ninfa e nello splendido giardino sorto sulle rovine dell’antica città, si senta la voce della principessa che canta una malinconica nenia. Alcuni affermano che lo spirito della principessa protegga il giardino rendendolo così bello e dalle atmosfere così romantiche ed evocative.

La leggenda dell’edificazione di piazza del popolo

Altri luoghi e altri tempi quelli della leggenda dell’edificazione di piazza del Popolo nel ’32, ma che riportano sempre alla lotta dell’Uomo contro le temibili paludi pontine. Si racconta che alla vigilia dell’inaugurazione della città, proprio il 17 dicembre, il giorno prima che il Duce arrivasse a Littoria, piazza del Popolo era ancora piena di fango e sabbia. Bisognava trovare immediatamente una soluzione per non far sprofondare le auto che l’indomani sarebbero giunte con Mussolini e tutte le persone che accorse per assistere alla cerimonia. Gli operai, nonostante la pioggia battente, decisero di porre delle pietre e lastricare la piazza. Dunque arrivò un gran camion, un  18BL, carico di materiali, che immediatamente si impantanò e cominciò a sprofondare, tutti i tentativi di tirarlo fuori dal fango furono inutili, le paludi pontine sembravano volersi ribellare alla grandiosa opera di bonifica che si svolgeva in quel periodo. Ben quattro trattrici furono impiegate nei tentativi di tirare fuori il camion, ma si dovette rinunciare all’impresa: fu tratto miracolosamente in salvo l’autista del 18BL, ma non si riuscì a salvare il camion e il suo carico né il gattino che di solito accompagnava l’autista nei suoi viaggi, che miagolando disperato fu risucchiato dal fango. Le voci raccontano che nei giorni di pioggia ancora oggi si può sentire il miagolare di un gattino e il rombo di un camion se si passa accanto alla fontana di piazza del popolo.
La Storia smentisce che ci sia un camion sepolto sotto piazza del Popolo, ma ci sono testimonianze storiche di un cedimento della piazza durante i lavori, probabilmente questo ha acceso la fantasia di molti, tanto che questa leggenda continua a essere raccontata ancora oggi, persino da Antonio Pennacchi nel suo “Canale Mussolini”.

Queste sono solo due tra le tantissime leggende che girano attorno a castelli, boschi, grotte, laghi e mari della provincia pontina che mescolano Storia e credenze popolari, in un fascinoso mondo parallelo che racconta la nostra terra.

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