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Il Sistema Integrato delle Città di Fondazione: firmata la convenzione

È stata siglata ufficialmente la convezione che unisce le città di fondazione in un sistema integrato per lo sviluppo dei luoghi e delle iniziative culturali

È stata firmata questa mattina nella splendida sala consiliare della Provincia di Latina la convenzione tra i sindaci dei comuni di Latina, Aprilia, Sabaudia, Pontinia, Pomezia, Guidonia Montecelio, Colleferro, soprannominate le sette sorelle, ovvero le città di fondazione, che da oggi fanno ufficialmente parte del Sistema Integrato delle Città di Fondazione e Agro Pontino e Romano. Un lavoro iniziato ben tre anni fa per il quale tanto si è speso l’Assessorato alla Cultura Sport e Turismo di Latina e la Direzione Amministrativa dei Musei di Latina.

Un passo importante che durante il convegno La Cultura Fa Sistema è stato salutato con ammirazione e attenzione anche dalle istituzioni che maggiormente si occupano di cultura e turismo: Lorenza Bonaccorsi (Sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – MiBACT), Antonio Lampis (Direttore generale Musei MiBACT), Umberto Croppi (Presidente della Federculture Servizi e della Fondazione Quadriennale di Roma), Antonio Crausi (professore di Economia all’Università di RomaTre e Presidente dell’associazione per l’Economia della Cultura), Anna Coliva (direttrice della Galleria Borghese di Roma). Presenti inoltre Silvio Di Francia Assessore alla Cultura, Sport e Turismo del Comune di Latina, Elena Lusena direttore amministrativo dei musei di Latina e i sindaci Damiano Coletta (Comune di Latina), Antonio Terra (Comune di Aprilia), Giada Gervasi (Comune di Sabaudia), Carlo Medici (Comune di Pontinia), Adriano Zuccalà (Comune di Pomezia), Pierluigi Sanna (Comune di Colleferro) e Michel Barbet (Comune di Guidonia Montecelio).

 Tante e interessanti sono state le riflessioni fornite durante gli interventi del convegno La Cultura fa Sistema. In un paese che è ai primi posti nel mondo per Patrimonio culturale, per frequentazione dei musei e nel dibattito sull’economia legata alla cultura e al turismo, c’è una preoccupante mancanza di Cultura. Senza soffermarsi sugli allarmanti e recenti sondaggi sull’analfabetismo funzionale sempre più diffuso, sull’incapacità di discernere i fatti dalle opinioni dei nostri ragazzi, è sotto gli occhi di tutti che i giovani sono sempre meno interessati e coinvolti dalle attività che si svolgono nei luoghi della cultura: musei, biblioteche, parchi archeologici, archivi e via dicendo.

Sebbene Antonio Lampis fornisca dati confortanti circa l’aumento degli italiani nei musei e nei luoghi culturali e, come afferma Lorenza Bonaccorsi, il 13 % del PIL italiano derivi dal turismo, non si sta facendo abbastanza.
Circa 24milioni di turisti ogni anno visitano i musei italiani (circa 500 statali e circa 6mila privati, tra quelli diocesani, militari ecc) e il trend è in continua crescita. Data la vastità del patrimonio italiano, è solo una piccola parte dei risultati che si potrebbero avere.

Uno degli obiettivi per cui si sta lavorando, suggerito anche dall’Unione Europea è, come afferma Antonio Lampis, “una governance multilivello che favorisca una cooperazione intersettoriale”. L’integrazione delle reti è uno dei progetti principali per poter monitorare, amministrare, valorizzare e rendere ottimali i luoghi culturali. Integrare capacità, competenze, servizi va a totale beneficio dei turisti e soprattutto dei cittadini, delle aziende dell’indotto, crea posti di lavoro, crea momenti attrattivi e soprattutto permette di condividere e promuovere la cultura, linfa vitale per un Paese moderno e democratico.

Uno dei problemi della cultura Italiana, ha giustamente sottolineato Anna Coliva, è l’essere ritenuta un dovere. I ragazzi vengono portati nei musei dalla scuola, esperienza che viene vissuta come un obbligo da assolvere. “Mentre a Parigi visitare il Louvre è uno status, per chi viene in Italia è quasi un dovere” prosegue Coliva, i musei sono oggetti inermi, statici, senza alcun appeal, occorre invece che diventino luoghi in cui si crea la cultura.

È finito dunque il momento di preservare solamente i nostri beni culturali, metterli in bella mostra e aspettare che le persone vengano ad ammirarli. Occorre farli diventare dinamici e appetibili sia per i turisti sia per tutti i cittadini di ogni età.  

Come hanno sottolineato Lorenza Bonaccorsi e Marco Causi, non è affatto vero il detto “con la cultura non si mangia”. La cultura può portare grandi ricchezze all’Italia da più punti di vista. Occorre però affrettarsi a mettersi al pari degli altri Paesi Europei, imparare dai sistemi virtuosi e adattarli alla realtà italiana molto diversa dal resto d’Europa e variegata.

Il Sistema integrato delle Città di Fondazione e Agro Pontino e Romano è un esempio virtuoso di quanto analizzato durante il convegno La Cultura Fa Sistema. Il lungo e laborioso processo che ha permesso ai sette comuni di accordarsi e lavorare insieme per migliorare i propri luoghi della cultura, pensando strategie comuni per la promozione di un territorio che ha la stessa storia e lo stesso potenziale ma che manca di una visione d’insieme e identitaria è, come lo ha definito Laura Larcan (giornalista de Il Messaggero che ha moderato l’incontro) “un progetto visionario e ambizioso”, ma necessario per raccontare l’affascinante storia della bonifica integrale e della nascita delle Città di Fondazione del Novecento. Necessario per raccontare la storia più recente, così poco conosciuta eppure così piena di sfaccettature, punti di osservazione, cambiamenti radicali sociali, ambientali e culturali.

Dunque un accordo difficile, fatto di lunghe riunioni iniziate oltre tre anni fa, che oggi si pone come un punto di partenza per la promozione del territorio, l’innovazione del modo non solo di fare cultura, ma anche di organizzare i luoghi della cultura in continuo collegamento tra loro, con eventi, iniziative fortemente innovative e che coinvolgano la cittadinanza oltre che i turisti.

Latina e la sua provincia si trovano tra due poli attrattivi importanti: Roma e Napoli. Questa posizione e le caratteristiche del territorio, che permettono di offrire al turista percorsi ricreativi, enogastronomici e culturali d’eccellenza, devono essere messe a sistema, la firma di queste convenzione è un primo passo.

Non occorre più piangersi addosso leggendo bilanci negativi, non occorrono più i “faremo”, occorre passare ai fatti, in maniera priva di interessi personali, di provincialismi. Occorre unire le forze e collaborare tra istituzioni, associazioni e privati, lo chiede un territorio meraviglioso che non aspetta altro che essere scoperto e amato.

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