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Rifiuti in mare: raccolti in 6 settimane 1600 chili. Primi dati del progetto a Terracina

A maggio il via alla sperimentazione “Fishing For Litter Terracina” del locale Circolo Legambiente con il coinvolgimento di 3 pescherecci: “Dati confermano la gravità del problema inquinamento”

“I primi dati confermano la gravità dell’inquinamento da rifiuti marini anche nelle acque di Terracina”: questo quanto emerge dai primi dati, ancora parziali del progetto sperimentale “Fishing For Litter Terracina (F4LT)” del locale circolo Legambiente. 

Durante il convegno-conferenza per “Goletta Verde 2018 a Terracina - Tappa di Terra”, nell’ambito della campagna nazionale “Goletta Verde 2018” deil 10 luglio, sono stati presentati i primi dati della sperimentazione; sperimentazione che nasce all’interno della #Reteplasticfreebeaches Terracina ed è partita il 27 maggio in occasione della campagna “Spiagge e Fondali Puliti” di Legambiente con il coinvolgimento di tre pescherecci (il Piramide di D. Monti, il Carlo Padre di Q. Cicerano e il Tequila di Q. Alla), della De Vizia Trasfer spa gestore dei RSU, della ditta DJCostruzioniBertelli gestore della pulizia nell’area portuale, della Cooperativa Pescatori di Terracina e della Cooperativa dei Pescatori “La Sirena”, con il supporto e la collaborazione dell’Associazione Chimica Verde Bionet.  

“La sperimentazione - spiegano dal circolo Legambiente di Terracina - sta monitorando un’area di mare di circa 5000 Kmq che va dal Lido di Latina alla Foce del Garigliano sulla costa, alle Isole Pontine in mare. L’area è quella normalmente battuta dalla flotta dei pescherecci a strascico di Terracina. L’obiettivo della sperimentazione è quello di raccogliere ed analizzare i rifiuti marini (Marine Litter), di formare e sensibilizzare gli operatori della pesca, di creare una filiera per lo sbarco, il recupero, il trattamento ed il riciclo del Marine Litter, di avviare un processo di sostituzione dei materiali utilizzati, in particolare degli imballaggi di polistirolo. Tutto questo anche allo scopo di tutelare il prezioso ecosistema dell’area che vede la presenza di ben otto SIC marini con habitat e specie di pregio protette”.

I dati

I primi dati (assolutamente parziali) della sperimentazione, avviata con il posizionamento di bidoni gialli per la raccolta dei rifiuti e la consegna dei sacchi da utilizzare a bordo a cura della De Vizia Transfer spa, “ci dicono che in queste prime sei settimane sono stati raccolti circa 1600 Kg di rifiuti marini, pari a 110 sacchi, con una media di 90 Kg (sei sacchi) a settimana per ogni peschereccio. L’80% dei Rifiuti raccolti è Plastica. La stima della Densità media (Kg di rifiuti per Kmq di fondale) ci fornisce un valore (sulla base delle ipotesi fatte) di 27 Kg di rifiuti per chilometro quadrato. E’ come se in un chilometro quadrato di fondale trovassimo 800 bottiglie di acqua da 1,5 litri. La stima complessiva dei rifiuti presenti nell’area monitorata porta ad un valore di circa 140 tonnellate, il che vuol dire che per ripulire solo l’area monitorata, a questo ritmo ed evitando che nel frattempo altri rifiuti vengano sversati in mare, occorrerebbero oltre 10 anni. I primi dati confermano quindi la gravità dell’inquinamento da Marine Litter anche per il nostro mare di Terracina”.

Per quanto riguarda l’analisi della tipologia dei rifiuti, sono stati classificati: pezzi di plastica di diversa grandezza, cassette e pezzi di polistirolo, bottiglie di plastica, bottiglie di vetro, buste di plastica, fili e corde di nylon, contenitori in metallo, reste per la mitilicoltura, lattine bevande, bidoni, fusti, taniche, reti da pesca, corde e cavi di vario materiale (tessuto, plastica, acciaio). “Rifiuti - spiegano da Legambiente - prevalentemente di origine terrestre, ma anche prodotti dalla nautica da diporto, dall’attività della pesca e dall’attività di trasporto marittimo di passeggeri (navi da crociera) e di merci (navi cargo). Oltre il 50% di questi rifiuti si trova sotto costa entro la linea di profondità dei 60 metri”.

Una prima mappatura, in termini di densità dei rifiuti (Kg/Kmq), nell’area di mare monitorata, porta ad individuare tre zone: una zona rossa ad elevata densità di rifiuti, una zona gialla a media densità ed una zona verde a bassa densità. La zona rossa include l’area di mare sotto costa entro la linea di profondità dei 60 metri ed il corridoio che dai porti della costa, utilizzati dalla nautica da diporto, viene battuto (in particolare nel periodo estivo) dai diportisti per raggiungere le isole pontine.

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I prossimi passi prevedono: l’ampliamento del numero di pescherecci e delle barche più piccole coinvolte nel progetto, la creazione di un punto raccolta dei Rifiuti marini nell’area portuale (a questo proposito, stiamo lavorando con la Regione Lazio, nell’ambito del protocollo Regione, Arpa, Corepla firmato il 3 luglio 2018, per il posizionamento di uno o più scarrabili), l’organizzazione della logistica a terra per il trasporto dei sacchi di Marine Litter e dei rifiuti speciali dalle banchine di attracco dei pescherecci al punto di raccolta  portuale ed il miglioramento del recupero e dello smaltimento dei Rifiuti speciali prodotti da pescherecci e dalle barche che deturpano costantemente l’area portuale.

I commenti

“Siamo soddisfatti dei primi risultati della sperimentazione Fihing For Litter a Terracina e vogliamo ringraziare in particolare i comandanti dei tre pescherecci (Piramide, Carlo Padre e Tequila)  e il gestore dei RSU per l’impegno e la passione che stanno mettendo in questo importante progetto. I primi dati, come ci aspettavano, destano preoccupazione per la salute anche del nostro mare di Terracina. Dobbiamo lavorare intensamente e velocemente a livello normativo perché sia presto attributo un codice CER al marine litter e sia individuato l’Ente competente. Occorre poi promuovere giusti Incentivi per gli Operatori della pesca per il Fishing  for Litter (attraverso Convenzioni con Regione/Ministero), introdurre/migliorare il tracciamento elettronico degli imballaggi dei Rifiuti Speciali (oli, vernici, prodotti tossici, etc)  che vengono caricati a bordo dei natanti per disincentivarne l’abbandono sconsiderato in mare, adeguare il Piano Rifiuti dei Porti, con l’aiuto delle Capitanerie di porto, per integrare lo smaltimento anche del Marine Litter”  afferma Gabriele Subiaco, vicepresidente e responsabile scientifico del Circolo Legambiente di Terracina, coordinatore del Progetto Fishing For Litter Terracina.

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