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Crisi al Comune a Latina, il sindaco Di Giorgi ritira le dimissioni

La decisione nella notte dopo una lunga riunione con la maggioranza. Ora il primo cittadino chiederà la fiducia in Consiglio comunale su un serie di punti. Intanto l'assessore e vice sindaco Cirilli si tira indietro e si dimette

Il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi ritira le sue dimissioni. La decisione è stata presa ieri sera dopo le 23 al termine di un’altra giornata febbrile fatta di incontri e discussioni con i colleghi della maggioranza.

Incontri che si erano già susseguiti negli ultimi due giorni e durante i quali il primo cittadino aveva dettato le sue regole per continuare a governare la città fino al 2016, prima fra tutte la nomina di una giunta tecnica

Ma non è tutto qui. Formalizzata la decisione del sindaco Di Giorgi di ritirare le dimissioni annunciate lo scorso 23 ottobre, arriva il momento più importante per il futuro dell'amministrazione del capoluogo: Di Giorgi avrebbe infatti intenzione di chiedere la fiducia in Consiglio comunale su un programma con alcuni punti per arrivare alla fine della consiliatura.

DI GIORGI RITIRA LE DIMISSIONI: ECCO PERCHE'

LE DIMISSIONI DI CIRILLI - “Il Sindaco, in venti giorni, di cui almeno la metà trascorsi in vacanza, è passato da ‘colui che non voleva essere tirato per  la giacchetta e libero di girare per le vie della città a testa alta’, a colui che ha ceduto al concetto di politica come ‘l’arte delle cose possibili’. Questo teatrino non ci appartiene, e con il presente comunicato, a nome di tutto il Movimento di cui faccio parte, comunico le dimissioni dell’assessore Fabrizio Cirilli e l’uscita dalla maggioranza del consigliere Fabio Cirilli" così in una nota Marco Tomeo a nome del Movimento "L'Altra Faccia della Politica.

"Non possiamo più condividere una realtà fatta di partiti che, pur di rimanere in sella, hanno accettato di “patteggiare il proprio fallimento”, che a questo punto è legittimo constatare, ammettendo di fatto di aver disatteso programmi e aspettative e proponendo addirittura di farsi commissariare - prsegue la nota. Della serie “costi quel che costi”, pur di conservare un posticino di potere al governo della città, si sono letteralmente prostituiti ponendo sul tavolo delle trattative prima le loro “pretese”, poi le loro “proposte di mediazione”, poi  ancora “una soluzione che gli facesse salvare la faccia” e infine qualunque cosa potesse servire, finanche ‘l’ammissione di incapacità e faziosità’, pur di tirare a campare per un’altra manciata di mesi.

La verità, è che quello che miseramente è accaduto in questi giorni, a questo punto, appare come una strategia ben precisa; considerato che gli artefici di questa stessa strategia hanno già chiuso accordi sulla Giunta e sul nome degli assessori. Tutto il resto:  dalla fiducia sui punti programmatici in consiglio alla manfrina sui tecnici o i politici in giunta, non è altro che un patetico teatrino in linea con quello in cui si è assistito nelle ultime tre settimane. E la conferma di quanto appena detto siamo sicuri che arriverà entro dicembre.

E’ palese, dunque - conclude il comunicato del Movimento -, che al nostro movimento tutto ciò non interessa. Lo abbiamo detto dal primo giorno di crisi: la condivisione dei presupposti su ciò che si fa e su come si fa, sono aspetti che non si possono “trattare” con un giro di poltrone! Se i presupposti ci sono si va avanti, in caso contrario si va a casa! Tutto il resto si chiama “inciucio”.

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