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Elezioni Centro / Piazza del Popolo

Elezioni, Fermare il declino incontra il fondatore Alessandro De Nicola

Aperitivo con il promotore del movimento che ha snocciola i principi ispiratori di Fare per Fermare il Declino. Tre le parole d'ordine: "merito, concorrenza e mercato"

Noi vogliamo una società libera e aperta”. Con queste parole ieri sera Alessandro De Nicola, uno dei promotori di Fare per Fermare il Declino, ha spiegato l’essenza di un movimento “nato solo nel luglio scorso da un senso di angoscia comune e che in pochi mesi ha raggiunto un numero di adesione andato ben oltre qualsiasi aspettativa”.

Nell’incontro-aperitivo al Bar Poeta in piazza del Poplo dal titolo “Cittadini non sudditi: spezziamo le catene”, ieri sera De Nicola ha illustrato, insieme alle candidate pontine Cristina Pianura e Giuseppina Pesce, i tratti essenziali del movimento soffermandosi anche su alcuni punti del programma.

“Il nostro è un movimento di idee – esordisce il co-fondatore di Fermare il Declino –, a differenza di degli altri partiti tradizionali e non che non hanno le idee chiare su come promuovere lo sviluppo del Paese in maniera coerente e che non riescono a guardare più lontano del prossimo anno. La nostra forza è quella di avere un programma non fatto solo da una mera elencazione di numeri ma che da la visione di una società che deve essere libera e aperta, dove la responsabilità dell’individuo fa si che questo  sia libero di creare, rinnovare, realizzare, di capire quali siano le innovazioni tecnologiche che portano al progresso , di potersi scegliere il lavoro e goderne dei frutti, insomma una visione di società più umana.

“Senza soldi, senza finanziamenti, senza una sede,  a metà febbraio il movimento raccoglie 60 mila firme e presenta mille candidati. Forse avevamo sottovalutato la voglia delle persone di credere in qualcosa di nuovo - racconta De Nicola - Dopo aver vagliato ogni possibilità di alleanza, avendo constato negli altri partiti e movimenti scelte più ciniche che civiche, Fare ha poi scelto di concorrere in solitaria con un programma credibile, di approfondimento”.

Un programma che come spiega il fondatore di Fare si basa su alcuni nodi che sono considerati chiave come il taglio della spesa pubblica perché considerata “qualcosa di recessivo e perché, essenzialmente  per spendere, viene preso da individui e imprese.  Nella maggior parte dei casi, poi, i finanziamenti  vengono smistati con criteri politici senza alcuna razionalità e questo è il ciclo della spesa pubblica che bisogna assolutamente abbattere”.

Ma come fare? De Nicola spiega come in 5 anni sia possibile ridurre la spesa pubblica di almeno 5 punti di Pil intervenendo in modo puntuale “togliendo l’Irap che è la tassa più ingiusta tanto per gli imprenditori, quanto per i dipendenti (dato che anche gli enti pubblici la pagano), razionalizzando i sussidi alle imprese, razionalizzando i costi burocratici e amministrativi, che non comprendono solo la riduzione degli stipendi di Senatori e Deputati, ed i costi del Quirinale ma anche il surplus di ambasciate, consolati e rappresentanze all’estero, le fondazioni e società dalla dubbia utilità possedute da Comuni e Regioni”.

Altri due poi i punti chiave di Fermre il Declino ed illustrati da De Nicole, come cosa fare per il bilancio pubblico soprattutto cambiare il paradigma culturale attraverso  alcuni concetti basilari come quelli di merito, concorrenza e mercato.

La parola al termine dell’incontro è poi passata a Cristina Pianura che ha lanciato un appello finale a sostenitori e indecisi: “il voto è sempre utile, i candidati di fare sono candidati che si mettono a disposizione del movimento e che vogliono rappresentare il vero cambiamento costruttivo e sano attraverso i principi e le idee ben descritte dal professore De Nicola” e Giuseppina Pesce che ripensando a quel sottile senso di angoscia e sconforto descritto dal promotore del movimento di fronte ai problemi della politica vede in Fare  “la speranza per qualcosa di diverso”.

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