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Riordino Province, arriva il sì della Camera: quale futuro per Latina?

Approvato alla Camera, e in attesa del voto del Senato, il disegno di legge sulle Province, potrebbe cambiare la geografia politica italiana. Consigliere regionale Simeone: "Così viene negata la democrazia"

È stato approvato nel cuore della notte tra sabato e domenica e già fa molto discutere, anche nel territorio pontino. Con 277 voti favorevoli e 11 contrari, l’assemblea di Montecitorio ha approvato sul riordino di Città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni.

Per la prima volta, quindi, non ci saranno le elezioni provinciali e, in attesa del disegno costituzionale di abolizione, le Province verranno commissariate.

Ma cosa cambia? Le nuove norme prevedono la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito; l’istituzione di 9 città metropolitane; la disciplina della fusione dei Comuni. Nell’intento del disegno di legge promosso da Graziano Delrio (Pd), che dovrà essere ora discusso dal Senato, le Province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei comuni del territorio.

TUTTO SUL DDL APPROVATO ALLA CAMERA

Con il ddl dunque non ci saranno le elezioni provinciali e, in attesa del disegno costituzionale di abolizione, le Province saranno quindi commissariate. Tra le 52 commissariate già dal 2014 figura anche quella di Latina.

PROVINCIA DI LATINA COMMISSARIATA DAL 2014

Il prossimo passo sarà ora il lavoro al Senato, dopo il sì della Camera che non ha mancato di suscitare perplessità e malumori anche nella provincia di Latina. “Così si nega la democrazia”, ha commentato il consigliere regionale del Pdl, Giuseppe Simeone.

“Il disegno di legge sulle Province, approvato dalla Camera dei deputati, è un atto scellerato di un Governo scellerato che ha dimostrato ancora una volta che è anni luce lontano dai cittadini, dalla vita reale, dalle esigenze dei territori. Sopprimere le Province non significa tagliare i costi della politica ma tagliare i servizi ai cittadini ed eliminare un centro fondamentale di soluzione dei problemi.

Le parole del ministro Delrio, tra l’altro su twitter, che non si perderanno posti di lavoro non ci rassicurano affatto – prosegue Simeone -. Non possono rassicurarci quando abbiamo visto di fatto negare i principi della democrazia e della rappresentanza. Non possono rassicurarci perché il disegno di legge approvato non offre garanzia su nulla perché lacunoso, sommario, lontano da qualsiasi logica.
Condivido il taglio della spesa pubblica ma ribadisco con forza che questo principio non deve trasformarsi in cancellazione della democrazia. Perché la democrazia rappresentativa costa ma fa sempre risparmiare rispetto a qualsiasi tecnocrazia o peggio ancora a modelli non democratici.

Aboliamo le province elette dai cittadini – conclude il consigliere regionale del Pdl - per tenere strutture burocratiche di nominati, di soggetti che hanno come ragione di vita il sottrarre il loro potere al nodo del consenso. Una vergogna”.

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