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Termocombustore alla Corden Pharma, pronta la mozione del Pd

La mozione per verificare il rispetto delle norme di sicurezza dopo che la Provincia ha autorizzato l'ampliamento dell'impianto del sito di Sermoneta per lo smaltimento dei reflui chimici per conto terzi

Una mozione al sindaco per verificare il rispetto delle norme di sicurezza alla Corden Pharma. All’attacco Fabrizio Porcari e tutti gli altri consiglieri del Pd che tornano sul tema del termocombustore del sito di Sermoneta dopo che l’azienda nell’aprile scorso è stata autorizzata dalla Provincia ad utilizzare l’impianto per l'attività di recupero di rifiuti tossici per conto terzi ampliando in tal modo la gamma di reflui chimici da smaltire.

“In pratica - spiega Porcari - in quel sito non si recupereranno più solo i reflui chimici della propria produzione, ma uno dei business dell'azienda diventerà smaltire rifiuti tossici per conto di altre aziende”.

Con la mozione presentata, il gruppo consiliare del Partito Democratico chiede appunto che sia fatta luce sull’autorizzazione concessa dalla Provincia alla Corden. La possibilità di trattare reflui chimici esterni oltre che quelli interni prodotti dalla fabbrica stessa preoccupa i consiglieri democratici che chiedono per questo al primo cittadino di controllare che sia tutelata la sicurezza ambientale dei cittadini e che l’iter seguito nel rilasciare il permesso all’ampliamento sia conforme alle normative vigenti.

“Sul tema – segnala Porcari - si sono tenute due Conferenze dei Servizi, una a dicembre 2013 l’altra a gennaio 2014, senza che fossero stati invitati a partecipare i sindaci o i rappresentanti dei comuni limitrofi, nonostante l'ubicazione dell'impianto ricada proprio al confine. Noi siamo convinti che quando si parla di temi così importanti sia buona regola sentire il parere di tutte le parte in causa, nessuna esclusa”.

Ad oggi l’impianto, utilizzato per i reflui prodotti dalla stessa fabbrica, è sfruttato solo in parte nelle sue capacità. “L’utilizzo a pieno regime e l’ampliamento della gamma di reflui da smaltire, l’impatto sul territorio e per i lavoratori dell’ex Bristol – afferma Porcari – sono temi che andavano discussi alla presenza di tutti gli attori interessati, cosa che non è successa. Inoltre c’è da considerare che con l’ampliamento dell’impianto aumenterà il traffico di mezzi pesanti che trasportano rifiuti tossici, dunque sostanze altamente pericolose, sulle strade limitrofe. 

Riteniamo necessario trovare il giusto compromesso tra il diritto alla salute e quello al lavoro, perché siano garantiti entrambi. Per questo chiediamo al sindaco di verificare tutte le procedure seguite dalle amministrazioni regionale e provinciale per il rilascio dell’autorizzazione, nonché di valutare la possibilità di procedere con un ricorso straordinario al Presidente  della  Repubblica qualora il consiglio comunale lo ritenesse opportuno”.

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