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Il caso / Latina Lido

Rio Martino, pescatori e imprenditori chiedono una soluzione urgente

La tavola rotonda sul problema dell’insabbiamento organizzata dall’Associazione Latina Città di Borghi e di Mare

C’è stata domenica 10 gennaio la tavola rotonda online sul problema dell’insabbiamento di Rio Martino e la conseguente impossibilità per i pescatori di poter uscire in mare organizzata dall’Associazione Latina Città di Borghi e di Mare, una costola del Movimento Fare Latina e del Polo del Fare. Vi hanno partecipato sia tecnici competenti sia i “balneari” in quanto coinvolti anch’essi dal problema comune della erosione del litorale.

Il confronto è stato moderato da Gianluca Campagna che, dopo i saluti del presidente Angelo Conti, ha aperto i lavori evidenziando il “grido di dolore dei pescatori” che da anni si trovano ad affrontare lo stesso problema: lavorare e sostenere le loro famiglie, ben 25. Alle loro difficoltà si aggiungono quelle degli imprenditori e delle famiglie che lavoravano con l’indotto del turismo nautico e balneare. Grido di dolore confermato dall’intervento di Eros Mariucci, portavoce dei Pescatori di Rio Martino, che conferma come “attualmente sia impossibile uscire dal canale in quanto il pescaggio è inferiore a 30 centimetri e nonostante la loro costante richiesta di supporto finora il Comune ha fatto ‘orecchie da mercante’”.

Il problema ha avuto anche l’amplificazione mediatica di Striscia la Notizia che con il servizio di Jimmy Ghione ha strappato la promessa ad Adriana Calì, assessore Ambiente e Marina, che entro il 31 gennaio avrebbe risolto il problema della “sabbia da smaltire”. In merito si è espresso Sergio Cappucci, ricercatore ENEA, già dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Latina. “La sabbia non è un problema da smaltire, ma una risorsa da preservare e proteggere. Nell’area sono stati già stati eseguiti interventi di protezione della costa e delle dune, ma l’erosione continua perché non si è fatta manutenzione ed oggi si deve ricostruire il litorale con un versamento di circa 400.000 metri cubi di sabbia”. “Quindi non è importante decidere se realizzare tecno-reef, scogliere o dei pennelli,  bensì scegliere la soluzione tecnica più economica per garantire una ampiezza della spiaggia emersa adeguata. Ancora più importante è dare seguito alla manutenzione per conservare la spiaggia nel tempo”.

Al grido di dolore dei pescatori ha fatto eco la posizione di Massimo Perin, imprenditore e presidente Regionale Assobalneari, che ha richiesto “l’applicazione delle leggi già esistenti per garantire la protezione delle spiaggia in quanto la quantità di sabbia dragata dai canali sicuramente non è sufficiente a raggiungere i circa 30.000 metri cubi di sabbia che ogni anno dovrebbero essere riportati”. Perin porta in evidenza la necessità degli imprenditori balneari di “avere un litorale in grado di soddisfare gli investimenti per attrarre turismo e offrire un servizio di qualità come in passato”. A tal proposito afferma non solo che la difesa della duna passa per il mantenimento dei circa 40 metri di spiaggia ma fa suo il problema dei pescatori e si dice disposto a collaborare per la creazione di un tavolo tecnico che coinvolga tutti gli attori della filiera del litorale.

Dello stesso avviso anche Riccardo Destro, imprenditore e referente Sindacato Italiano Balneari, che ha modo di esporre il suo malcontento per lo stato di mancato sviluppo dell’intero territorio di Latina. “Un tempo Borgo Grappa con Rio Martino e Borgo Sabotino con Fosso Mascarello erano in grado di attrarre un turismo di piccolo cabotaggio ma in grado di far lavorare l’indotto legato alla ristorazione, alla manutenzione delle imbarcazioni, agli investimenti nell’edilizia e non da ultimo, una serie di servizi legati al turismo e alla ricettività alberghiera. Tutto questo nel corso degli ultimi 10-15 anni si è perso per la mancanza di interventi e investimenti pubblici strutturali a garanzia del mantenimento di una offerta che desse un valore aggiunto al territorio. Ora i turisti, principalmente romani, preferiscono spostarsi più a sud”. E ancora “la politica della sabbia è miope; il dragaggio della sabbia in situazione di emergenza è una soluzione tampone che non genera valore. Ben venga quindi un tavolo tecnico-politico per individuare soluzioni efficaci nel lungo periodo”.

Prende lo spunto proprio da questo la proposta di Latina Città di Borghi e di Mare di organizzare a stretto giro un secondo incontro che coinvolga i rappresentanti politici di Latina e Sabaudia ma anche altri attori importanti come l’Ente Parco e la Capitaneria di Porto.  Nel corso dell’evento la stessa associazione ha posto anche l’attenzione sul tema sicurezza; Alberto Riva Coordinatore del Dipartimento Sicurezza ha espresso preoccupazione per “la sicurezza dei pescatori e per il danno ambientale che un eventuale sinistro marittimo potrebbe causare per il riversamento di idrocarburi nelle acque antistanti il litorale pontino”. Al problema della sicurezza si è riallacciato anche Eros Mariucci che nelle fasi finali ha ricordato “come le banchine di Rio Martino dedicate ai pescatori siano sprovviste anche dei servizi essenziali, acqua e luce, per lo svolgimento a norma della attività commerciale; non da ultimo, la mancanza di un punto di rifornimento costringe i pescatori ad acquistare carburante al distributore e trasportarlo con le taniche con relativo maggior costo a quello a loro riservato. Fare rifornimento ad Anzio o al Circeo, oltre alla distanza, significa appesantire la barca e quindi, con un maggior pescaggio, si rischia un sicuro incagliamento e ribaltamento”.
 

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