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Riordino delle Province, Cusani: “Il decreto torna in Commissione”

Il decreto in Commissione Affari Costituzionali del Senato; presidente della Provincia: “Chissà che questa volta i dubbi circa la legittimità costituzionale della manovra verranno finalmente fugati”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

“Domani (oggi) il decreto varato dal Ministro Patroni Griffi, riaffronta l’esame in Commissione Affari Costituzionali del Senato e chissà che questa volta, i gravissimi dubbi circa la legittimità costituzionale della manovra ordita dal funambolico Ministro e lamentati a gran voce dalle 10 Regioni e dalla Provincia di Latina, verranno finalmente fugati.

Alla luce dell’ultimo incontro con il Segretario Alfano, abbiamo coralmente chiesto ed ottenuto il rinvio dell’esame del decreto legge sul riordino delle Province, al fine di ricevere chiarimenti dal Governo sull’intero processo di riforma tenuto conto di “perplessità e dibattiti in ogni parte del territorio nazionale” e rilevandosi “l’opportunità di una maggiore concertazione con le province”.

Questa è l’occasione che la Corte Costituzionale, legittimamente adita, ci ha negato, rinviando l’udienza sine die e senza alcuna liturgia giuridica, lo scorso 6 novembre, ma soprattutto una inaspettata opportunità di far valere i dubbi di incostituzionalità su tutto il processo sinora avviato: dalla riserva assoluta espressa nell’articolo 72, comma 4 Cost.; all’uso della decretazione d’urgenza ex articolo 77 Cost.; alla violazione palese dell’articolo 133 Cost. laddove si dispone che la modifica delle circoscrizioni possa avvenire solo “su iniziativa dei comuni” e dopo avere “sentita la regione”; alla violazione di tutti i principi costituzionali di cui agli articoli 3, 5, 114, 117, 118 Cost..

Non meno grave la violazione della la Carta Europea dell’Autonomia Locale, ratificata integralmente, sebbene fosse stata concessa la possibilità anche di una ratifica parziale, con Legge n.439/1989, completamente disattesa nello spirito e nelle procedure dal Governo dei tecnici, la quale all’articolo 5 “Tutela dei limiti territoriali delle collettività locali”, prevede l’obbligo di consultare le collettività locali nel caso di modifica dei limiti locali territoriali, eventualmente mediante la formula del referendum; ed ancora, la disattenzione delle leggi regionali di sei Regioni (Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto), pienamente valide, in vigore e mai dichiarate incostituzionali, disciplinanti la modifica dei confini delle circoscrizioni provinciali, dalle quali a mente dell’art.117 della Cost. non si poteva prescindere.

Forse è arrivato il momento di valutare meglio e con più attenzione l’operato di questi Ministri-tecnici, e chiederci se davvero un siffatto riordino debba proseguire il suo cammino verso il suo compimento in barba alle basilari norme sulle quali poggia tutta la vita democratica del Paese”.

Così in una nota il presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani

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