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Soppressione provincie, Latina fuori per pochi chilometri: le reazioni

Secondo i cirteri approvati dal Governo per il riordino delle province, quella pontina rischia di essere accorpata con Frosinone. Le reazioni del mondo politico locale

I criteri approvati dal Cdm relativi al riordino delle province rischia di mettere fuori gioco la provincia di Latina, e solo per una manciata di chilometri. Secondo questi parametri, infatti, per rimanere in vita gli enti devono avere 350mila abitanti e una superficie non inferiore ai 2500 chilometri quadrati.

Per quanto il capoluogo pontino rispecchi ampiamente il criterio relativo al numero degli abitanti non arriva all’estensione richiesta. Da qui la possibilità dell’accorpamento con Frosinone. Un rischio che di certo non poteva non avere strascichi nella provincia pontina.

GIOVANNI DI GIORNI, SINDACO DI LATINA - “La soppressione della Provincia di Latina e l'ipotizzato accorpamento con quella di Frosinone rappresenta una iniziativa illogica sotto ogni aspetto, da quello storico e territoriale a quello economico – afferma Di Giorgi -. E’ paradossale che una provincia come Latina, che nel Lazio è la seconda, dopo Roma, per numero di abitanti e per importanza sotto il profilo socio-economico possa essere di colpo cancellata solo perché per qualche chilometro quadrato non rientra nei parametri fissati dal Governo. Si tratta di tagli ingiustificabili, con un accorpamento con Frosinone che creerà inevitabili danni anche economici per l’aumento dei costi che si scaricheranno sulla popolazione di questo grasso agglomerato del Lazio sud”.

“Senza contare – continua Di Giorgi - l’enorme aggravio di lavoro e costi che andrà a ricadere sui Comuni che rischiano di essere paralizzati. Le province accorpate, infatti, si occuperanno solo di tre materie: le strade provinciali; la rete dei trasporti locali e il coordinamento delle iniziative per ambiente e rifiuti. Il resto delle attività, come l’edilizia scolastica, passerà ai Comuni con grande aumento del carico di lavoro e delle esigenze finanziarie”.

“Anche per questo, per evitare che l’accorpamento delle Province e i nuovi tagli previsti dal Governo a carico dei Comuni, possano paralizzare l’azione dei Comuni che rischiano di diventare semplici ‘gabellieri’, enti deputati dallo Stato alla riscossione delle tasse, martedì mattina manifesterò con gli altri sindaci davanti Palazzo Madama. Chiederemo al Governo ed al Parlamento una profonda revisione del decreto legge sulla spending review e la revisione del decreto sull’accorpamento delle Province. D’intesa inoltre con i parlamentari nazionali e regionali della provincia di Latina, come emerso dai vari incontri avuti con loro, gli stessi rappresentanti istituzionali faranno tutti i tentativi possibili consentiti da loro ruolo istituzionale per salvaguardare le prerogative del nostro territorio. La nostra realtà territoriale ha una sua precisa identità e soprattutto rappresenta un nucleo economico-sociale di alto livello in grado di raccogliere e soddisfare le esigenze di oltre 500mila abitanti. Occorre agire presto per evitare gravi conseguenze".

ALDO FORTE, ASSESSORE REGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA - “Prima di esprimere la mia posizione è bene sgomberare il campo da ogni tipo di equivoco. L’Udc ha inserito nel proprio programma elettorale l’abolizione delle Province. Una posizione che non ha mai rinnegato e, anzi, ha portato avanti in maniera coerente nelle sedi parlamentari preposte. Detto questo, però, il tema oggi non è l’abolizione delle Province, bensì la loro riorganizzazione nell’ambito della razionalizzazione della spesa pubblica. Una riorganizzazione che, considerati i parametri approvati dal Consiglio dei Ministri, soprattutto per quanto riguarda le sorti della provincia pontina appare priva di qualsiasi logica e, soprattutto, dell’opportuna conoscenza del territorio” ha dichiarato Forte.
“Accorpare Frosinone a Latina, - continua Forte – con la prima a fare da Provincia e la seconda da capoluogo, porterebbe alla creazione di un ente mastodontico con più di un milione di abitanti e 124 Comuni. Una Regione nella Regione, più che una Provincia, con profonde differenze culturali, storiche e sociali, che renderebbero assai complessa la gestione del territorio”.

“Per queste ragioni – aggiunge Forte – è quanto mai opportuno discutere con i Comuni che fanno già parte del nostro ambito per quanto riguarda la gestione di alcuni servizi come l’acqua e i rifiuti. Bisogna aprire un dialogo con Anzio e Nettuno, ma anche con Comuni come Velletri che attualmente fanno parte dell’hinterland capitolino destinato a divenire città metropolitana di Roma. Accorparli alla Provincia di Latina ci permetterebbe di superare il parametro dei 2.500 chilometri di estensione territoriale che ora, invece, manca”.

“Non si tratta – precisa Forte – di una battaglia per la casta. È una falsa idea. Se Latina non dovesse più essere Provincia, significherebbe per il nostro territorio perdere servizi strategici. Penso alle Questure, ai vigili del fuoco, alla protezione civile, così come a tutti gli uffici territoriali dello Stato. Un depauperamento che avrebbe effetti negativi unicamente sulla vita e sulla quotidianità dei cittadini. Ecco perché continuerò a impegnarmi presso le sedi preposte affinché la Provincia di Latina non venga abolita, ma venga salvaguardata. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti – conclude – sia per quanto ha rappresentato nel passato e rappresenta tuttora per lo sviluppo economico e sociale del Lazio e dell’intero Paese, sia quale strumento di partecipazione democratica dei cittadini al governo del territorio”.

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