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Borgo Piave, variante “Malvaso”: l’attacco del Partito Democratico

De Marchis e Mattioli: "I controlli che chiediamo da anni ora li farà la magistratura. L'adozione dei Piani in Giunta rappresenta una forzatura abnorme al limite della legittimità. Pronta una mozione da presentare in Consiglio

“I controlli che chiediamo da tre anni ora li farà la magistratura”. Con queste parole il Partito Democratico commenta l’inchiesta della Procura sulla cosiddetta variante “Malvaso” che sta tenendo banco in queste ore, interessando direttamente il Comune di Latina.

“La procedura per l'approvazione dei Piani Particolareggiati in Giunta adottata dalla maggioranza del Comune di Latina, rappresenta una forzatura abnorme della norma prevista dal Piano Casa Polverini al limite della legittimità. Lo abbiamo ripetuto – dice Giorgio De Marchis - in tutte le sedi in questi tre anni, in Commissione urbanistica, in Consiglio Comunale, in una lettera al Sindaco e con diverse note.
Davanti ci siamo trovati un muro di gomma, la maggioranza ha fatto finta di nulla, trincerandosi dietro una regolarità formale che nessuno ha mai certificato”.

Dello stesso parere anche il collega di partito Fabrizio Mattioli. “Abbiamo sostenuto – continua Mattioli - questa tesi quando la Giunta ha approvato la revisione del Piano di Lottizzazione dell'Acciarella e successivamente a proposito della revisione del Piano di Borgo Piave. L'interpretazione dell'amministrazione è molto estensiva, basta un'analisi preventiva per capire che lo ‘spostamento delle volumetrie’ lascia intravedere una variante al Piano Regolatore che necessita dell'approvazione del Consiglio Comunale”.

"Purtroppo – sostiene De Marchis - la  normativa introdotta dal “Piano casa” Polverini annulla il controllo preliminare all'adozione dell'atto, escludendo dal procedimento il parere della Commissione urbanistica e la votazione del Consiglio Comunale. Un'anomalia che lascia spazio ad abusi e forzature e, ci auguriamo, venga corretta dalla Regione Lazio. A questo punto viene da chiedersi il perché di queste scelte, erano funzionali ad accelerare i tempi di adozione oppure erano necessarie per evitare il dibattito consiliare che avrebbe fatto emergere gli interessi privati di alcuni consiglieri comunali”.

“I controlli che a più riprese abbiamo richiesto saranno ora effettuati dalla magistratura inquirente, un'azione senza dubbio importante che finirà per avere ripercussioni sul piano amministrativo e politico.  Proprio in questa direzione – concludono De Marchis e Mattioli -  appare utile che il Consiglio Comunale discuta ampiamente ed in modo trasparente delle procedure urbanistiche adottate in questi anni in merito alla revisione dei Piani Particolareggiati, un dibattito da fare subito senza indugi, che verrà sollecitato con la presentazione di una mozione in Consiglio Comunale”.

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