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Questione Latte, il 7 gennario tavolo in Regione

La Coldiretti Lazio esprime soddisfazione per laa questione del prezzo del latte alla stalla e si augura che si raggiunga un accordo per ristabilire regole di concorrenza a tutela della competitività delle imprese laziali.

L'Associazione dei Coltivatori diretti regionale ha accolto con favore l’annuncio della convocazione, da parte dell’Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione, di una riunione, il prossimo martedì 7 gennaio, nella quale sarà affrontato il tema, non più rinviabile, del prezzo del latte bovino. L’incontro, al quale sono state invitate le organizzazioni di rappresentanza degli allevatori, le maggiori industrie di trasformazione del latte e le cooperative di conferimento, presenta all’ordine del giorno l’analisi della situazione della filiera zootecnica con particolare riguardo al settore del latte bovino affrontando insieme la tematica del prezzo del latte.

L’assessore Sonia Ricci, ha quindi raccolto l’appello lanciato dalla Coldiretti Lazio che aveva inviato, pochi giorni fa, una seconda lettera alla sua attenzione, finalizzata a sollecitare la convocazione urgente del tavolo interprofessionale, già istituito presso il suo Assessorato, attorno al quale riunire i rappresentanti della filiera del latte vaccino.  L’augurio dell’Organizzazione del Lazio è che venga discussa prioritariamente la questione relativa al prezzo del latte alla stalla e allo stesso tempo si raggiunga un accordo per ristabilire regole di concorrenza a tutela della competitività delle imprese laziali. 
Infatti, mentre oggi le grandi imprese di trasformazione laziali pagano il latte di provenienza non italiana fino a 54 centesimi per litro più IVA, molti imprenditori agricoli laziali, tenendo fede a quanto concordato a livello interprofessionale, continuano a vedere pagato il proprio latte a non più di 44 centesimi per litro più IVA. La conseguenza è non solo la falsificazione di leali rapporti di concorrenza e il prevalere della regola del più forte, ma soprattutto il rischio di perdere la qualità e la specificità del nostro latte e quindi il rischio di chiusura di centinaia di imprese zootecniche del territorio.
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