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Latina: testacoda al “Francioni” (pensando a Carmelo Imbriani)

Pecchia alle prese con l'ostacolo Barletta (assolutamente da superare). Squadra in parte menomata, ma Sacilotto recupera. Si giocherà con un ideale lutto al braccio

Se vogliamo parlare solo di calcio, allora dobbiamo esordire dicendo che il Latina ha bisogno di questi 3 punti, domani, per scavare ancora più a fondo il solco che la separa dalle altre inseguitrici. In attesa del ‘sequel’ di Paganese-Latina (questione tutt’altro che conclusa ancora) infatti, il margine di distanza dall’Avellino è esiguo (solo due punti) e c'è anche la Nocerina da tenere a bada (una delle squadre più in forma del momento). Ma il calcio non è solo cronaca di una partita; è fatto di storie di spogliatoio, di uomini, di legami forti e di amicizie che il campo riesce a consolidare. Ecco, il calcio (al di là delle montagne di soldi che lo sovrastano) è fatto anche di storie di uomini, come quella di Carmelo Imbriani; non un calciatore dalla carriera altisonante no, ma uno che ha dato tanto e ha lasciato il segno soprattutto per le sue doti umane. Una carriera sbocciata nel Napoli di Marcello Lippi; poi un curriculum impreziosito dalla frequentazione del giro della nazionale under 21 di Cesare Maldini. Parte dal ruolo di attaccante Carmelo per consacrarsi definitivamente come centrocampista. Dopo il debutto nel calcio che conta, per lui si profila la diaspora verso serie minori come la serie C. Il suo errare per l’Italia lo porta a vestire l’ultima casacca della sua carriera, quella del Benevento (le streghe domani giocheranno col lutto al braccio, ndr), della quale era allenatore fino a solo la scorsa estate. Proprio ai prodromi della bella stagione passata però i primi dolori cominciano a fiaccarlo nel fisico, costringendolo a mettersi da parte sin da subito. La causa? una grave malattia si scoprirà. Proprio ieri Carmelo Imbriani se n’è andato all’età di 37 anni, lasciando una moglie con due figli. Tutto il mondo del calcio (lo stesso Latina con una nota apparsa sul sito internet) esprime il suo cordoglio stringendosi attorno al dolore della famiglia.

PECCHIA MISCHIA LE CARTE? – Relativamente al calcio giocato, ben poco si sa della formazione che Pecchia manderà in campo domani. Dalle sue parole traspare suspance. A quanto pare infatti potremmo assistere anche ad una rivoluzione tattica. “La crescita di alcuni singoli mi sta dando delle ottime indicazioni – ha spiegato il mister -  e chissà che non adopereremo anche qualche cambiamento tattico”. Poi una battuta sull’avversario, il Barletta di mister Novelli: “Per quanto riguarda il Barletta non dovremo pensare assolutamente alla differenza di classifica. Sono una squadra in forma, che ha fatto dei buoni risultati nell'ultimo periodo, senza dimenticare che solo domenica scorsa hanno saputo mettere in difficoltà niente meno che l'Avellino”. Profilo sempre basso insomma, come da copione "pecchiano". Il mister comunque ne ha di problemi da risolvere; dovrà fare a meno di Cejas, Milani e Agodirin Kola (assenza non da poco). La nota lieta è che recupera fosforo preziosissimo in mediana con il rientro di Sacilotto. Probabilmente verrà affiancato da Gerbo e Burrai. Probabilmente vedremo il solito 4-3-3, con Danilevicius, Schetter e Barraco in attacco. Dietro confermato Bindi e la linea a 4 con Bruscagin, Cottafava, De Giosa e uno tra Agius e Cafiero. A 'dirigere i lavori' il signor Mirko Mangialardi di Pistoia, coadiuvato da Gennaro Zuccaro di Napoli e Gianluca Mertino di Torre Annunziata. Fischio di inizio ore 14.30, sperando di vedere il “Francioni” delle grandi occasioni.

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