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Si chiude a Latina il congresso nazionale di Arcigay. Natascia Maesi prima donna presidente

Si è concluso il 17esimo congresso ospitato dal capoluogo pontino. Confermato Gabriele Piazzoni segretario generale: “Arcigay esce da questo appuntamento come un’associazione forte e volitiva, compatta, coesa e battagliera”

Si è concluso ieri, domenica 13 novembre, il 17esimo congresso nazionale di Arcigay ospitato dal capoluogo pontino. A Latina per la tre giorni aperta venerdì all’hotel Europa, che ha ospitato i lavori, sono arrivati i rappresentanti dei 73 presidi territoriali presenti in tutta Italia. 

Al termine della tre giorni Natascia Maesi, giornalista 45enne espressione del Comitato territoriale di Siena, è stata eletta presidente di Arcigay, ed è la prima donna a ricoprire questo ruolo; confermato Gabriele Piazzoni, 38 anni di Crema, come segretario generale. L’assemblea ha inoltre approvato la mozione “Orgoglio in movimento” (disponibile sul sito www.arcigay.it) e ribadito con voto unanime l’identità antifascista e pacifista dell’associazione. 

La nuova segreteria nazionale, l’organo esecutivo dell’organizzazione, è composta dalla pontina Anna Claudia Petrillo (delega ai rapporti territoriali), Christian Leonardo Cristalli (diritti persone trans), Claudio Tosi (cultura, storia e memoria), Ilenia Pennini (salute), Luciano Lopopolo (formazione), Manuela Macario (lavoro), Marco Arlati (sport), Marta Rohani (scuola), Matteo Cavalieri (tesoriere),  Michela Calabrò (politiche di genere), Roberto Muzzetta (esteri), Shamar Droghetti (politiche giovanili), Daniela Lourdes Falanga (carceri legalità lotta alle mafie).

“Sono molto onorata del ruolo di cui l’associazione oggi mi investe e che è l’esito di un percorso che viene da lontano e che coinvolge numerose donne all’interno dell’associazione”ha dichiarato Maesi. “Da oggi, per quattro anni, sarò la presidente di Arcigay. E sottolineo il ‘la’, a marcare la differenza profonda tra leadership femminile e leadership femminista. Giorgia Meloni, nell’infrangere il soffitto di cristallo, ha disposto la cancellazione del femminile, con la conseguente  invisibilizzazione delle donne dal discorso pubblico e politico, rafforzando l'idea che le donne abbiano valore solo se assomigliano agli uomini, diventano come loro, si appellano al maschile per essere autorevoli. Altra cosa è il modo in cui io e le altre attiviste transfemministe di Arcigay intendiamo affrontare generi, rendendoli visibili e attraversabili, disobbedendo a norme e aspettative di genere, superando i limiti del binarismo. Le parole creano senso e immaginario, sono strumenti potentissimi che vanno usati responsabilmente. Ancora di più se si ha un privilegio o si esercita un potere.”.

“Arcigay esce da questo appuntamento come un’associazione forte e volitiva, compatta, coesa e battagliera - ha detto Gabriele Piazzoni -. Attraversiamo un tempo complicato, per molti versi ostile. Ma ci sentiamo pronti e pronte ad attraversare questo tempo senza paura. Già da domani siamo al lavoro per garantire alle persone lgbtqia il sostegno e rappresentanza, per rilanciare le battaglie per la piena uguaglianza di tutte e tutti, per una politica che rimuova gli ostacoli e che colmi il vuoto che questo Paese sconta in termini di diritti umani, civili, sociali”.
 

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