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Vaccini a Latina e nel Lazio: come sta andando la campagna? Tutti i dati e le informazioni

La regione è arrivata ad oggi, 5 marzo, a 493mila dosi somministrate. Hanno ricevuto la doppia dose oltre 142.600 persone. La situazione aggiornata anche in provincia di Latina. Partono i medici di famiglia

Il Lazio continua la campagna vaccinale cercando di massimizzare le dosi consegnate alla Regione. Gli ultimi dati aggiornati alle 10 di oggi, 5 marzo, contano in totale 493.062 dosi somministrate, di cui 3.100 solo nella giornata odierna. Le persone vaccinate con entrambe le dosi sono complessivamente 142.650. La fascia di età più coperta è quella degli over 80, segue chi ha tra i 50 e i 59 anni e poi quella compresa tra 40 e 49 anni.

Per quanto riguarda la situazione in provincia di Latina, la Asl ha provveduto alla somministrazione di 32.633 dosi, di cui 7.943 persone vaccinate con doppia dose. Le somministrazioni sono state effettuate a quasi 19mila donne e 13.780 uomini. Circa 10mila gli over 80 vaccinati sul territorio pontino.

Le prenotazioni per il vaccino

Intanto è partita la campagna anche per i soggetti estremamente vulnerabili. La Regione, nella mattinata di giovedì 4 marzo, aveva registrato 2.515 le prenotazioni effettuate sul portale regionale per chi è affetto dalle seguenti patologie: fibrosi polmonare, sclerosi Sla, sclerosi multipla, miastenia gravissima, patologie neurologiche dismuni, fibrosi cistica, cirrosi epatica, talassemia e sindrome di down. Tutto si sta svolgendo regolarmente. 

Per quanto riguarda il mondo della scuola, sono invece oltre 120mila le prenotazione e circa 30 mila le somministrazioni già effettuate. "Vi è stata un'adesione altissima e tutto sta proseguendo regolarmente. Domenica alla mezzanotte verranno chiuse le prenotazioni e rimarrà attivo il numero dedicato per eventuali disdette o modifiche delle prenotazioni", ha spiegato l'Unità di Crisi Covid-19 della Regione. 

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D'Amato chiede di aumentare il ritmo

"E' necessario che la campagna vaccinale proceda velocemente per classi di età ed auspico che vengano progressivamente superate le grandi difficoltà interpretative lasciate dalle circolari del Ministero della Salute che tendono ad una eccessiva frammentazione e grandi spazi di interpretazione, che rischiano di rallentare la campagna vaccinale. - ha spiegato l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato - Occorre una pianificazione semplice, comprensibile a tutti ed univoca sul territorio nazionale, anche per evitare l'italico vizio di trovare un canale prioritario. Nel Lazio stiamo correndo, dosi permettendo, ma va evitata la frammentazione".  "Dopo il personale sanitario, le Rsa, gli over 80 e dopo la scuola, le Forze dell'Ordine, i soggetti vulnerabili e fragili per patologie, serve procedere, senza indugi, per classi di età. Noi domani partiremo con le prenotazioni per gli over 70 e lunedì per gli under 65 anni. In questa maniera ognuno può collocarsi in un quadro temporale di riferimento, considerando che a regime si possono fare nella nostra Regione 2 milioni di somministrazioni al mese", ha aggiunto.

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I medici di base: "Meno burocrazia"

Un tema, quello del cambio di passo, toccato anche dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) del Lazio: "Dopo 2 giorni dall'inizio della vaccinazione da parte dei medici di medicina generale nel Lazio, la situazione è ancora in via di evoluzione. Le potenzialità della medicina di famiglia, ad oggi, non sono state messe in condizione di potersi sviluppare, aumentando i livelli della copertura vaccinale, unica misura efficace per contenere i contagi. Per migliorare la situazione serve meno burocrazia". Secondo il sindacato dei medici di famiglia "si dovrebbero innanzitutto snellire le procedure, invece di burocratizzare", fornendo "un quantitativo adeguato ai medici di famiglia che, con 20 dosi ciascuno a settimana, potrebbero vaccinare 80.000 persone, ovvero 320.000 al mese. Il risultato è dipendente dalla fornitura delle dosi, se fossero il triplo faremmo il triplo, snellendo anche le procedure di consegna. Nel mese di ottobre i medici di famiglia hanno fatto un milione e duecentocinquantamila dosi di antinfluenzale in neanche tre mesi, in piena seconda ondata pandemica e con grossi problemi sulle forniture dei vaccini. Ipotizzare un risultato simile per il covid non è affatto sbagliato".
  

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