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Contagi fra i braccianti indiani, la Uila Uil: "Certificati ai lavoratori in quarantena per ottenere pagamento malattia"

Il problema posto dal sindacato che si occupa dei lavoratori agricoli in provincia di Latina. Necessarie certificazioni mediche anche per l'isolamento fiduciario

Interviene anche il sindacato Uila Uil di Latina sul caso dei contagi nella comunità indiana della provincia di Latina e sulla scelta assunta dalla Asl e dalle istituzioni di procedere a una verifica della situazione attraverso uno screening tra la popolazione. "Valutiamo positivamente - commenta il sindacato - anche la decisione di mettere a disposizione residenze “Covid” per cercare di circoscrivere ed interrompere la catena dei contagi dovuta anche alle precarie condizioni lavorative e residenziali all’interno di questi agglomerati, nell’ambito dei quali la limitazione degli spostamenti e la prescrizione delle quarantene rischia di non essere sufficiente per limitare i contagi. Fin dal lockdown dell’anno scorso avevamo sollecitato la Asl di Latina a prevedere apposite residenze per i periodi di quarantena altrimenti difficilmente rispettabili". 

"Riteniamo inoltre che la dichiarazione di “zona rossa” del borgo di Bella Farnia possa rientrare nelle misure utili per fronteggiare la grave situazione emergenziale - continua la Uila - purché venga posta l’attenzione necessaria alle problematiche dei cittadini residenti e alle loro peculiari necessità. Ci riferiamo, in particolare alle migliaia di lavoratori agricoli che svolgono la loro attività presso le aziende agricole della zona e che, come tutti i braccianti agricoli non hanno un lavoro a tempo indeterminato ma un contratto di lavoro precario così detto “a chiamata”, cioè che viene retribuito dal proprio datore di lavoro solo se effettivamente prestato. Nel periodo di lockdown quindi i lavoratori agricoli di origine indiana e comunque residenti nelle zone delimitate, per poter percepire un sussidio economico, possono esclusivamente contare sulla possibilità di essere posti in malattia tramite l’invio del certificato di malattia da parte del proprio medico di base all’Inps che provvederà a pagare un importo giornaliero pari a circa il 60% di quanto percepito nei periodi immediatamente precedenti. I lavoratori in regola presso aziende aderenti all’Ente bilaterale locale (Fislas) avranno diritto ad una ulteriore integrazione dei giorni di malattia regolarmente certificati".

La Uila ha verificato che la Asl ha già dato indicazioni precise affinché i medici rilanscino i certificati sia nel caso di quarantena per positività sia nel caso di isolamento fiduciario per contatti con un contagiato. "Considerato il notevole numero di braccianti agricoli tra la comunità indiana e l’importanza di adottare misure efficaci - prosegue - La Uila Uil conferma il suo impegno affinché il ricorso alla malattia possa essere reso funzionale e tempestivo attraverso le precise ed inderogabili disposizioni che devono essere date ai medici di base da parte della Asl e al coinvolgimento dell’Inps di Latina per consentire il tempestivo pagamento delle indennità di malattia".

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