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Coronavirus, racconto dal reparto dei pazienti gravi: "Covid contagiosissimo e pericoloso. L'età si abbassa"

In una diretta Facebook con il sindaco Coletta è intervenuto il responsabile della Medicina d'Urgenza del Goretti Massimo Aiuti: "Voglio sfatare un mito. Non solo i pazienti anziani o con patologie vanno incontro a una situazione peggiorativa"

Il punto sul coronavirus con il responsabile del reparto di Medicina d'Urgenza dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina Massimo Aiuti. In una diretta Facebook del sindaco Damiano Coletta si è parlato dei posti letto covid nel nosocomio di Latina, dell'età media dei pazienti contagiati, dei sintomi da riconoscere.

"Il nostro ruolo - ha spiegato il dottor Massimo Aiuti - è accogliere tutti i pazienti più gravi provenienti dal pronto soccorso, ma abbiamo mantenuto anche un’articolazione di pazienti non covid gravi e non trasferibili in altre strutture sanitarie. I pazienti covid nel nostro reparto vengono ventilati con sistemi il più possibili alternativi all’intubazione. La prima esperienza ci ha insegnato infatti che le intubazioni non sempre sortiscono l’effetto sperato. Il nostro reparto è sempre pieno. Ci eravamo illusi che, intercettando prima la malattia, potevamo intervenire meglio. In realtà i decessi sono tanti lo stesso e questo mi fa dire che il livello di guardia deve essere sempre molto alto. E’ stata un’illusione pensare che questa seconda ondata sarebbe stata meno pericolosa. Non voglio fare dell’allarmismo, ma è uguale a quella di prima, se non peggio. Il virus è contagiosissimo e pericoloso. Spesso questi quadri clinici possono evolvere anche rapidamente e insospettabile in quadri più severi". Per quanto riguarda i posti letto dedicati al covid, nella Medicina d'Urgenza sono 14, cinque soltanto quelli rimasti dedicati ai non covid. L'ospedale Goretti è ormai interamente covid, fatta eccezione per la Cardiologia e il Materno infantile. Nella Rianimazione ci sono 12 posti letto per pazienti contagiati e i restanti tre o quattro per casi gravi non covid.

Quanto poi alla tipologia di pazienti ricoverati e alla loro gravità, il responsabile della Medicina d'Urgenza del Goretti spiega con chiarezza che i pazienti giovani, anche nella prima ondata, non sono mai mancati. "Li abbiamo sempre avuti anche nella prima ondata dell’infezione - spiega - E ora credo che l'età media si sia anche abbassata o comunque il virus non è più esclusivo di pazienti anziani. Ci sono pazienti di mezza età, di circa 60 anni quindi, che hanno avuto un’evoluzione drammatica dell’infezione. Voglio sfatare un mito: che solo i pazienti anziani o con patologie vanno incontro a una situazione peggiorativa. Abbiamo avuto pazienti che sono deceduti pur non essendo in presenza di pregresse patologie".

Quali sono i sintomi di allarme? "Il malessere dovuto al coronavirus - spiega ancora - è diverso da quello dell'influenza. I sintomi sono febbricola, spesso non alta, tosse persistente, perdita di gusto e olfatto. Bisogna tenere sotto controlla progressione dei sintomi, che non compaiono tutti insieme subito. Il saturimetro è senz'altro uno strumento prezioso per capire quando allarmarsi e richiedere l'intervento dell'ospedale".

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