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Coronavirus: la storia

Dieci giorni di attesa per un tampone 0 a scuola, la classe va in dad. Una mamma: "Ritardi e disagi infiniti, non c'è chiarezza"

La storia. L'odissea di una classe di Latina che ha atteso per 10 giorni la chiamata della Asl per testare gli alunni dopo un contatto con un positivo

Scuola in presenza ma a singhiozzo, schivando l'infezione da covid tra una quarantena e l'altra. La scuola è nel caos. E nel caos ci sono anche tanti genitori alle prese con i permessi lavorativi e la didattica a distanza dei figli, tamponi e file ai drive-in e ritardi cronici della Asl.

Un esempio di ciò che accade sta tutto nel racconto di una donna, mamma di una bambina che frequenta la seconda elementare alla scuola Vito Fabiano di Borgo Sabotino, a Latina.La sua storia è la dimostrazione del fallimento del sistema di "sorveglianza con testing" fra gli studenti dopo la scoperta di una positvità. Da settembre ad oggi la signora si trova ad affrontare la quarta quarantena della bambina, che probabilmente non sarà purtroppo neanche l'ultima. Ma oltre al danno si aggiunge anche le beffa. "I bambini - spiega la signora - hanno avuto un contatto a scuola con un positivo il 17 gennaio. Per decreto avrebbero dovuto fare un primo tampone (T0) nelle 48 ore successive. Solo dopo la bellezza di 10 giorni, oggi, 27 gennaio, finalmente è arrivata la mail della Asl e domani ci sarà il tampone. Fino ad oggi però i bambini sono rimasti a casa, seguendo la didattica a distanza, pur non essendo formalmente in quarantena. È veramente triste vedere questi bambini dietro uno schermo con sguardi perplessi che non capiscono o non sentono o sono alle prese con la connessione che cade. Noi genitori tra mille impegni siamo sempre vicini ad aiutarli. Ma questo non fa bene ai nostri figli. La Dad non è scuola".  

"Prima di Natale - racconta ancora la mamma - sono stati in quarantena e purtroppo con le vacanze di mezzo sono tornati a scuola dopo un mese. Questi bambini ormai stanno più a casa che a scuola.. Se fosse stato rispettato il decreto e fosse stato organizzato subito un T0 i bambini non avrebbero fatto ingiustamente questa settimana di didattica a distanza. Magari per le prossime volte sarebbe utile avere delle linee più chiare ed evitare di subire di nuovo un'ingiustizia. Tutti i genitori, visti i tempi lunghi della Asl, erano disposti a eseguire un tampone a pagamento nelle strutture private pur di permettere ai propri figli di tornare in classe ma la scuola non sapeva dare risposte certe e così sono passati 10 giorni".

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