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Coronavirus, il punto della situazione del direttore generale della Asl Giorgio Casati

Il videomessaggio del sindaco con le domande rivolte al dg dell'azienda sanitaria. "Per la nostra provincia dati più confortanti che altrove". Più farmaci sperimentali e la presenza di una tac all'avanguardia

Videomessaggio del sindaco con il direttore della Asl Giorgio Casati, che fa il punto reale della situazione in provincia, come si stanno gestendo i casi e qual è la prospettiva per i prossimi mesi. Il punto di partenza sono i dati molto bassi di nuovi contagi arrivati nelle giornate del 15 e del 14 aprile: rispettivamente due soli contagi ieri e quattro martedì. Su questo aspetto il dg della Asl chiarisce subito che si tratta solo dell'effetto dei pochi tamponi effettuati nelle giornate di festa del fine settimana e del lunedì di Pasquetta. Nessuna illusione dunque, i contagi con ogni probabilità torneranno a crescere di qualche unità. 

La nostra prvincia ha la prevalenza più bassa di tutta la regione - chiarisce però il direttore generale - E' stato fatto un lavoro importante sul territorio. Le misure adottate, per quanto pesanti da sostenere, stanno dando i frutti sperati: cioè portare alla remissione progressiva dei casi positivi. La situazioni non è tale a far pensare che nei prossimi mesi si arriverà comunque a una situazione di remissione definitiva del virus. Tra i vari scenari ce n'è uno che prevede che si dovrà convivere con il virus nei 5 anni a venire, significa che le attività riprenderanno ma con la necessità di convivere con il Covid. Non sappiamo però ancora quando sarà disponibile un vaccino e che tipo di efficacia avrà".

C'è poi il tema delle cure e dei farmaci: "Per la nostra provincia sono più confortanti che altrove - spiega Casati - Ci tengo a sottolinearlo. E' possibile che questa previsione così drammatica possa essere rivista immaginando che questo Covid potrà essere curato. Perché la nostra provincia sta meglio delle altre? Abbiamo dimostrato di avere un grande servizio sanitario provinciale. I risultati più importanti sono sicuramente sotto il profilo della mortalità: 18 decessi sono inaccettabili però è il 4% dei pazienti che si sono positivizzati, dato estremamente confortante. Una delle ragioni per cui la percentuale è bassa è che abbiamo avuto la capacità di intercettare i pazienti nelel fasi di esordio della malattia. Questa è una malattia complicata, se si aspetta troppo il rischio è che ci sa un peggioramento repentino che mette a rischio la funzionalità dei polmoni e porta alla terapia intensiva, dove la percentuale di sopravvivenza non è quella che tutti noi auspichiamo. Bisogna fare di tutto per non arrivare alla terapia intensiva. Noi non abbiamo mai superato i sette pazienti in terapia intensiva, nonostante abbiamo molti più posti disponibili. I pazienti vengono sottoposti a forme di respirazione assistita ma non di tipo intensivo".

Il dg della Asl Casati ha poi ricordato come il Goretti sia ormai diventato una struttura Covid e lo rimarrà per molto altro tempo ancora. "La Tac force - ha aggiunto - sta consentendo di fare tac veloci a tutti i pazienti covid e fare la ricostruzione 3D per vedere se ci sono danni vascolari ai polmoni. Siamo gli unici a poterlo fare. L'unica realtà che può fare questo tipo di indagini nel Lazio è il Goretti. Altra cosa è l'università: questa volta è stata un elemento decisivo per sviluppare cure innovative. Noi possiamo usare farmaci che in altre aziende vengono centellinati. Un esempio è il tocilizumab, noi abbiamo la possibilità di gestire 60 pazienti con questo farmaco, a Frosinone 10. Questo deve far riflettere tutti sul ruolo che può avere l'università". 

Altri passaggi sui test sierologici, la medicina del territorio, i tamponi, molti dei quali effettuati al personale sanitario potenzialmente più a rischio.

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