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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus Lazio, lo studio dello Spallanzani: “Variante Delta in netto aumento. La Gamma al 37%”

In un mese in tutto il Lazio registrtato un incremento di 10 volte della proporzione di variante Delta oggi al 34,9%; l’Alfa è invece al 27,4%

In un mese è stato registrato nel Lazio un incremento di 10 volte della proporzione di variante Delta del coronavirus passando dal 3,4% della survey del 18 maggio al 34,9% di quella di oggi: questo uno dei dati che emergono dall’ultimo studio del Seresmi Istituto Spallanzani. “Il 74,5% dei casi con variante Delta risulta non vaccinato - spiegano dall’Assessorato alla Sanità della Regione che ha reso noto gli esiti dello studio -, tale proporzione raggiunge il 94% se si aggiungono anche i parzialmente vaccinati con una sola dose.

Questa survey - viene spiegato ancora - è coerente con la stima a livello europeo dalla ECDC, ecco perché occorre in questa fase completare i percorsi vaccinali con tutti i vaccini disponibili che sono tutti efficaci contro la variante se l’iter viene completato”.

L’altro aspetto riguarda il sequenziamento e il tracing, e su questo sono in corso i test sul 100% dei tamponi positivi. Ad oggi la variante maggiormente presente è la variante Gamma con il 36,8% dei casi, a cui segue appunto la Delta al 34,9% e poi l'Alfa con il 27,4%. “Uno studio dell’azienda Janssen pubblicato sul New York Times accerta l’efficacia del vaccino J&J contro la variante Delta anche dopo 8 mesi dall’inoculazione, questo dato è importante soprattutto per la campagna che stiamo promuovendo attraverso i camper e le iniziative come al Santo Spirito dove vi è stato un sold out” conclude poi l’Assessorato il quale fa sapere che intanto “sono stati oggi completati gli anticipi a 56 giorni per le prenotazioni di tutti gli over 60 con doppia dose AstraZeneca”.

Le varianti

Secondo un documento pubblicato sul sito del Ministero della Salute, la variante Delta, rilevata per la prima volta in India, “include una serie di mutazioni tra cui E484Q, L452R e P681R, la cui contemporanea presenza desta ragionevole preoccupazione per la potenziale maggiore trasmissibilità e il possibile rischio di reinfezione”. Per quanto riguarda la Gamma, con origine in Brasile, “gli studi hanno dimostrato una potenziale maggiore trasmissibilità e un possibile rischio di reinfezione. Non sono disponibili evidenze sulla maggiore gravità della malattia”. Infine la variante Alfa, identificata per la prima volta nel Regno Unito, si legge “ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto alle varianti circolanti in precedenza (trasmissibilità superiore del 37% rispetto ai ceppi non varianti, con una grande incertezza statistica, tra il 18% e il 60%). La maggiore trasmissibilità di questa variante - c’è scritto ancora - si traduce in un maggior numero assoluto di infezioni, determinando, così, anche un aumento del numero di casi gravi”. 
 

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