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Il dossier

Scuole, nel Lazio meno della metà ha un collaudo statico, solo il 16,7% un certificato di agibilità

Quanto emerge dal dossier Ecosistema Scuola di Legambiente. Presidente Sacchi: “Quadro complessivo preoccupante per le scuole di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Nessun dato da Roma”

“Quadro complessivo preoccupante per le scuole di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Gravissimo che Roma non fornisca o non abbia dati sui suoi 1.200 istituti”: questo il commento di Legambiente che ha presentato il dossier nazionale Ecosistema Scuola giunto alla XXII edizione. Nel report si fa il punto, con dati riferiti al 2021, sullo stato di salute degli edifici scolastici dei capoluoghi italiani, e nel Lazio hanno fornito i dati Frosinone, Latina, Viterbo e Rieti; nessun dato utile invece dalla Capitale e Roma resta fuori dall’analisi insieme a pochissimi altri capoluoghi. 

Secondo il rapporto, dei 132 edifici scolastici solo il 47,3% ha un collaudo statico e il 16,7% il certificato di agibilità, solo il 5,1% ha certificato di prevenzione incendi. In tutti gli edifici analizzati sono presenti accorgimenti per abbattere le barriere architettoniche, nel 40% le scuole sono in area sismica2 e nel 58,2% si tratta di edifici nei quali non c’è stata ancora nessuna verifica di vulnerabilità sismica.

“I dati delineati dal rapporto Ecosistema Scuola dipingono un quadro complessivo preoccupante per le scuole di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, ed è gravissimo che Roma non fornisca alcun dato - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -, perché la Capitale con oltre 1.200 edifici scolastici dovrebbe conoscere e trasmettere al meglio i numeri che riguardano il suo enorme complesso di edilizia scolastica e di servizi connessi ma tutto ciò continua a non avvenire. I numeri romani enormi consentirebbero di sviluppare efficientemente energetico delle strutture, mobilità sostenibile e pedonalizzazioni negli areali scolastici, aumento della qualità dei servizi e della vita per il maggior corpo scolastico studentesco e docente di tutta Italia, e su tutto si deve lavorare con urgenza”.

Come emerge dal dossier, “per quanto riguarda il risparmio energetico sono quasi la totalità, il 96,7%, gli edifici in ultima classe energetica G e solo nel 10% dei casi si utilizzano fonti energetiche rinnovabili. Ci sono aree verdi fruibili in tutte le scuole, ma solo nel 48,9% questi spazi vengono utilizzati per la didattica all’aperto. Per quanto riguarda la mobilità casa-scuola non c’è nei quattro capoluoghi alcuna esperienza di bicibus e piedibus, nel 36,1% ci sono servizi di scuolabus e nel 19,4% servizi di linea scolastica. E all’esterno delle scuole in nessun caso ci sono isole pedonali o Ztl e non esiste più alcuna esperienza di ‘nonni vigili’ in entrata e uscita; il 29,5% sono però in zone 30. Le classi a tempo pieno sono solo il 26,5% e le mense scolastiche ci sono nel 57,6% dei casi, qui, tutte le scuole garantiscono pasti alternativi per motivi culturali e religiosi e in tutti i casi sono somministrati prodotti biologici che compongono i pasti nel 73,3% dei casi”.

“Sembra evidente che la mancanza di certificazioni di collaudo statico, di agibilità e soprattutto di prevenzione incendi siano chiaramente il maggiore dei problemi per le scuole dei capoluoghi del Lazio insieme al fatto che pressoché tutte le scuole sono nella più bassa classe energetica - dichiara Maria Domenica Boiano direttrice regionale di Legambiente - ma c’è tanto da fare anche nella crescita delle energie rinnovabili legate all’edilizia scolastica, nella trasformazione in chiave sostenibile dei quartieri che ospitano le scuole con isole pedonali e limitazioni del traffico veicolare privato, nel riavviare pratiche virtuose come quelle dei nonni vigili che sembrano scomparse dopo anni di belle e fruttuose esperienze”.

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