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Festa della Liberazione a Fondi, pedalata in città e commemorazione al Monumento ai Caduti

L’iniziativa per il 25 Aprile tra le vie intitolate a personaggi protagonisti della Liberazione e della Resistenza poi la deposizione della corona in piazza Alcide De Gasperi. Celebrazioni anche a Cisterna

Anche Fondi ha celebrato la Festa della Liberazione con due diverse iniziative. Il Beniamino Maschietto e il suo vice Vincenzo Carnevale hanno partecipato nella mattinata del 25 aprile alla pedalata organizzata dall'Anpi Fondi, poi la deposizione della corona presso il Monumento ai Caduti.

Il gruppo di ciclisti, guidato dal membro dell'Associazione Marco Fiore e scortato dalla Polizia Locale, ha fatto tappa in tutte le strade intitolate a personaggi protagonisti della Liberazione e della Resistenza. Ogni partecipante, a iniziare dal primo cittadino e dal presidente dell'Anpi Fondi Lorenzo Cervi, ha rievocato, leggendo un breve testo, le gesta, i pensieri, le opere e la vita degli uomini e delle donne che hanno costruito la Liberazione.

Nel ricordare le vicende della seconda Guerra Mondiale, del fascismo e dei totalitarismi, immancabile una riflessione sulla crisi russo-ucraina. “Non possono esserci pace e democrazia senza umanità e, purtroppo, è proprio quello che in questo momento sta mancando” ha commentato il sindaco ribadendo l'importanza di ritrovare questi valori e di mettere da parte ideologie e schieramenti per restituire, ad ogni essere umano, il diritto universale della libertà. “La guerra – ha aggiunto Marco Fiore, citando Gino Strada – piace solo a chi non la conosce”.

La giornata si è conclusa presso il Monumento ai Caduti, in piazza Alcide De Gasperi, dove è stata deposta una corona e dove tutti i presenti, parcheggiate le biciclette, si sono raccolti in un minuto di silenzio. 

A Cisterna la cerimonia è iniziata in piazza XIX Marzo con il raduno delle autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’armi, le associazioni di volontariato e il corteo che poi è sfilato lungo corso della Repubblica fino a piazza Amedeo di Savoia, davanti al Monumento ai Caduti in guerra. Il sindaco Valentino Mantini ha deposto la corona di fiori mentre il presidente della sezione locale dell’Anpi, Gianmarco Tora, ha reso omaggio con un mazzo di fiori. “Questa nostra comunità ha conosciuto il significato della guerra - ha detto ilprimo cittadino -. La nostra popolazione ha subito le privazioni, i sacrifici, i drammi che ogni guerra inevitabilmente porta con sé. Ogni guerra fa scivolare l’uomo nel baratro della follia, causa crimini incancellabili. Papa Francesco ha detto che la guerra distrugge non solo il popolo sconfitto, ma anche il vincitore. Oggi nel mondo ci sono ben 33 guerre, e alcune tra queste sono dimenticate, ma i nostri giovani stanno crescendo sentendo parlare di conflitto e di divisione. E, invece, noi crediamo che gli unici conflitti che dovremmo avere siano quelli interiori, quelli con noi stessi, quelli che ci aiutano a crescere, che ci permettono di migliorare. Perché non può esistere il conflitto tra due uomini, non può esistere il prevaricatore sul prevaricato. Tutti gli uomini sono liberi ed è stata la fine di quella guerra che stiamo celebrando, ad averlo messo nero su bianco con la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1948. Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti . Questo recita l’articolo 1 della Dichiarazione”.

La cerimonia è proseguita presso la biblioteca del Comune di Cisterna di Latina “Adriana Marsella”, dove Antonio Scarsella ha moderato la presentazione del libro “Favucce e zillini. La guerra a Cisterna di Latina. Storia di una famiglia”, scritto da Loris Fabrizi. Dopo l’intervento del presidente del Consiglio comunale Quirino Mancini, la lettura appassionata, tra le altre, dell’assessore alla cultura e vice sindaca Maria Innamorato, e le conclusioni lasciate al sindaco Valentino Mantini, è stato trasmesso il video di un cisternese doc, il professor Antonio Parisella, presidente del Museo storico della Liberazione. Nella sua testimonianza il professor Parisella ha ricordato come “i cisternesi avessero festeggiato la Liberazione altrove perché sfollati, dopo 136 giorni di vita passati nelle grotte sotto palazzo Caetani, privi di ogni cosa, anche dell’acqua, ne morirono a decine”. “Il 25 Aprile - ha detto il professor Parisella - è la data che prepara il dopo, che permette di costruire un futuro nella libertà. A noi oggi il compito di trasmettere, tramandare la memoria”. 

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