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Ictus ischemico: la gestione del paziente e come viene curato nell’Asl di Latina

Sono due i trattamenti possibili per curare questa patologia sono due la trombolisi sistemica, e la trombectomia meccanica

L’ictus cerebrale rappresenta in Italia la prima causa di disabilità, può essere causato dall’ostruzione di una delle arterie che portano il sangue al cervello, ed allora parliamo di ictus ischemico, o dalla rottura di un vaso, ed allora ci troviamo di fronte ad una emorragia. E in particolare l’ictus ischemico rappresenta l’80% dei casi; trattandosi di una patologia tempo-dipendente, ovvero una condizione la cui prognosi dipende in gran parte dalla capacità di intervenire con una terapia efficace nel minor tempo possibile, ed è essenziale agire rapidamente a partire dal precoce riconoscimento da parte del paziente o dei familiari dei sintomi: asimmetria del volto, debolezza di un lato del corpo, difficoltà di linguaggio, allertando quindi il sistema di emergenza territoriale (112/118), tenuto al pronto intervento e ad assicurare il trasporto del paziente presso l’ospedale più idoneo al trattamento. 

Ma come viene curato nella Asl di Latina. Ad illustrare i due trattamenti possibili per curare questa patologia è la stessa Azienda sanitaria locale:i trattamenti sono la trombolisi sistemica, e la trombectomia meccanica. “La trombolisi sistemica - spiega la Asl - consiste nella somministrazione per via endovenosa di un farmaco che scioglie il materiale, trombo o embolo, che ha occluso l’arteria, tale tecnica ha garantito, dal 2017 ad oggi, il trattamento di oltre 350 pazienti presso gli ospedali di Latina, Terracina e Formia. La trombectomia meccanica, consiste nella rimozione dell’ostruzione attraverso l’introduzione di un catetere che arriva fino all’arteria ostruita, attualmente, può essere eseguita presso il Servizio di Radiologia Interventistica solo nell’Ospedale Santa Maria Goretti, struttura individuata sulla base del "Piano di Rete Ictus" anno 2020 della Regione Lazio. Dall’ottobre del 2020 ad oggi sono stati trattati 150 pazienti, 85 dei quali nei primi dieci mesi del 2022”. 

Entrambe i trattamenti, nonostante le gravi difficoltà legate all’emergenza Covid, sono sempre stati garantite ai pazienti, con risultati lusinghieri. 

“Il percorso di cura del paziente - aggiunge l’Azienda sanitaria - è assicurato, inoltre, su tutto il territorio provinciale, mediante una serie di interventi codificati sulla base di un percorso (Pdta), che prevede la presa in carico del paziente in Pronto Soccorso da parte di Personale Medico, con il supporto mediante teleconsulto del Neurologo o del Medico dell’Unità di Terapia Neurovascolare (Urn), ovvero direttamente da questi ultimi nell’ospedale di Latina. Dopo l’esecuzione degli esami radiologici necessari e l’erogazione della terapia indicata, i pazienti di norma vengono ricoverati presso l’Utn della Uoc Medicina d’Urgenza di Latina, dove sono sottoposti a monitoraggio continuo e a prosecuzione dell’iter diagnostico-terapeutico. Una volta stabilizzate le condizioni cliniche, di regola i pazienti vengono trasferiti nel reparto di Neurologia per la prosecuzione delle cure”. 

L’obiettivo di tutte le azioni attivate è di garantire la presa in carico di tutti i pazienti colpiti da ictus mediante un percorso di rete, al fine di assicurare la migliore terapia nel minor tempo possibile. 
 

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