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Giovedì, 7 Dicembre 2023
Medicina

Conclusi i Pediatric Simulation Games 2023: vincono gli specializzandi di Milano

La competizione tra giovani universitari italiani ed europei sull'emergenza pediatrica è arrivata quest'anno alla quinta edizione

Con la vittoria degli specializzandi della squadra dell’Università di Milano Vita-Salute San Raffaele si sono chiusi i Pediatric Simulation Games. Secondo posto invece per il team della Parc Tauli Health Corporation di Barcellona. L’iniziativa creata dal professor Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia del Goretti e docente dell'università la Sapienza, è arrivata quest'anno alla sua quinta edizione e ha visto la partecipazione di oltre 300 ragazzi provenienti da tutta Italia e dall’estero riunitisi a Latina dal 6 al 9 settembre per partecipare a quelle che ormai sono diventate le Olimpiadi dei giovani pediatri. 

Per noi è ormai un appuntamento fisso gratuito per la formazione di tutti gli studenti perché puntiamo a dare la stessa preparazione dal nord al sud Italia.  Da quando abbiamo iniziato nel 2017 abbiamo formato con gli stessi criteri circa 1.500 pediatri che attualmente garantiscono un’uniformità di cure al bambino critico su tutto il territorio nazionale”, spiega il professor Lubrano. Le 36 squadre di quest’anno, 30 italiane e 6 straniere, francesi, spagnole e portoghesi, sono arrivate all’Istituto Vittorio Veneto-Salvemini con la voglia di mettersi in gioco, imparare e crescere professionalmente attraverso l’esperienza pratica e i consigli dei giudici internazionali che collaborano con il professor Lubrano fin dalla nascita di questa competizione: la professoressa Monica Kleinman del Boston Children’s Hospital, il professor Allan R. de Caen dello Stollery Children’s Hospital di Edmonton, il professor Marc Berg della Stanford University, il professor Vinay Nadkarni ed Elizabeth Sanseau del Children Hospital di Philadelphia. 

I team si sono sfidati tra loro in cinque round di simulazioni di pronto soccorso pediatrico. Sotto l’occhio attento dei professori, che hanno inventato per loro gli scenari di emergenza a cui rispondere, i ragazzi hanno gestito arresti cardiaci usando il defibrillatore, shock emorragici con accessi vascolari intraossei e rispondendo scenari di tossicologia con l’uso degli antagonisti delle droghe. Tutto questo utilizzando manichini Laerdal di ultima generazione, capaci di riprodurre fedelmente le reazioni che avrebbe un bambino vero. Al termine della competizione, oltre all’assegnazione dell’ambito trofeo, la coppa dei Psg, in cui sono incisi i nomi dei vincitori delle edizioni precedenti, sono stati anche consegnati riconoscimenti ai team che si sono distinti per particolari abilità, novità di quest’anno. Alla squadra dell’Università di Lille è stata assegnata la medaglia per il miglior teamwork, a quella dell’Università di Torino la medaglia per la migliore gestione delle vie aeree, alla squadra dell’Università di Bari, invece, la medaglia per la migliore Rianimazione Cardiopolmonare (Cpr). Per quest’ultimo premio, il professor Lubrano ha inventato una competizione nella competizione all’interno di un’aula apposita dove gli specializzandi hanno potuto utilizzare i nuovi manichini Q-CPR, che valutano l’esecuzione del massaggio cardiaco e della ventilazione, skills dell’assistenza all’arresto cardiorespiratorio. Tutti i team italiani hanno mostrato performance molto elevate, valutate non soggettivamente ma oggettivamente da un sistema computerizzato. 

L’esperienza di quest’anno - osserva il professor Lubrano - è stata un valido confronto tra medici formati in scuole di Paesi diversi. Nell’ultimo giorno dei giochi infatti si è raggiunto il massimo della cooperazione facendo lavorare assieme persone di università diverse che hanno dovuto armonizzare i loro comportamenti e le loro decisioni cliniche in un’azione altamente performante. Questo getta le basi per una migliore collaborazione tra sistemi di diverse università europee nella formazione degli studenti, confrontandola anche con le caratteristiche tecniche del sistema di emergenza pediatrica americana”.

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