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Nel Lazio

I problemi dei ragazzi durante la pandemia, l'analisi della Garante per l'infanzia Monica Sansoni

"La pandemia ha al contempo messo in evidenza il ruolo educativo centrale della scuola". Tutte le iniziative messe in campo

“E’ stato un anno difficile nel quale abbiamo moltiplicato gli sforzi e le iniziative per assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone di minore età. Uno dei principali pericoli a cui i ragazzi possono rimanere esposti, sia come autori sia come vittime, è quello delle diverse forme di prevaricazione e vessazione che vengono realizzate proprio attraverso la rete, con fenomeni di bullismo e cyberbullismo". 

Monica Sansoni, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio analizza le problematiche emerse nel periodo post-pandemia fra i ragazzi, che a lungo non hanno avuto modo di socializzare con i loro coetanei. La pandemia ha al contempo messo in evidenza il ruolo educativo centrale della scuola, da un punto di vista formativo".

"Siamo intervenuti direttamente più volte nelle scuole per contrastare ed evitare ogni forma di discriminazione, anche indiretta - spiega Monica Sansoni - In questo contesto abbiamo trovato il pieno sostegno delle istituzioni: dai dirigenti scolastici agli insegnanti, dalle associazioni del territorio alle forze di polizia. Abbiamo sensibilizzato con ogni mezzo i giovani sui pericoli connessi all’utilizzo del web, promuovendo nei diversi territori della nostra regione il “Safer internet day”, dove l’utilizzo ed il tema del digitale sono stati affrontati come una grande risorsa della conoscenza. La rete, però, nasconde delle insidie ed è necessario farne quindi un uso consapevole. Altri importanti iniziative – ha specificato la Garante – sono state dedicate al Sexting e alla scarsa consapevolezza dei nostri ragazzi riguardo i rischi di una condotta sbagliata. Nelle scuole è stata inoltre realizzata una campagna legata al benessere e un crowdfunding per promuovere in modo continuativo iniziative legate all’inclusione sociale, con una precisa ricaduta sul benessere degli studenti coinvolti”.

“La scuola – ha concluso - deve diventare, sempre di più, una comunità educante per contrastare la dispersione scolastica, il disagio e la devianza giovanile sul territorio, al fine di promuovere un’approfondita cultura della legalità. Resta prioritario sviluppare, con tutti i mezzi a disposizione dei territori, una cultura della scuola come spazio a misura di studente, in cui valorizzare attività attrattive e partecipative”.

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