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Ambulanze bloccate al Goretti, la Asl: “Disagi legati all’ampliamento dei posti letto Covid”

Nella giornata di ieri avvitata la procedura che ha interessato l’Obi del Pronto Soccorso e una sezione del reparto di Medicina. L’Azienda sanitaria spiega cosa è accaduto

Ambulanze bloccate per ore all’ospedale Santa Maria Goretti: giornata difficile quella di ieri presso il nosocomio di Latina dove sin dal mattino si è formata una fila di mezzi di soccorso in coda sulle rampe di accesso. Cosa è effettivamente accaduto e come si sia verificato il blocco delle ambulanze per circa 8 ore è stato spiegato oggi dalla Asl attraverso una nota.

“Tale blocco - precisa l’azienda sanitaria locale - è stato determinato dall’attivazione della procedura di ampliamento dei posti letto dedicati ai pazienti Covid, che ha interessato l’Obi del Pronto Soccorso e una sezione del reparto di Medicina per un totale di 33 posti letto ulteriori ai 58 già identificati nelle settimane scorse, deciso nel pomeriggio di domenica 18 e pianificato da settimane dal Direttore Sanitario Giuseppe Visconti”.

L’avvio della procedura è avvenuta nella giornata di ieri, 19 ottobre, e ha comportato, prosegue la Asl, “come logico attendersi, disagi sulla rampa di accesso del Goretti per la gestione delle necessarie operazioni di trasferimento dei pazienti no Covid. Complessivamente, tutta l’operazione ha richiesto 12 ore a comprova dell’evidenza che tale operazione era già stata pianificata con largo anticipo ed attivata quando il livello di sofferenza del Pronto Soccorso richiedeva tale tipologia di intervento. Anche in questo caso, l’Azienda - prosegue la nota - ha mostrato efficienza e capacità di organizzazione. A tale scopo si ringraziano quanti, tra medici e infermieri, hanno reso possibile un risultato così importante in un tempo ristrettissimo e, in particolare il dottor Sergio Parrocchia, il dottor Giuseppe Campagna e la dottoressa Rita Dal Piaz, la professoressa Miriam Lichtner”.

Un’altra precisazione da parte della Asl è arrivata anche in merito ai tamponi per il coronavirus e ai drive in. “La Asl di Latina - si legge ancora nella nota - è tra le poche realtà nazionali che ha attuato un modello di gestione dei drive-in efficiente ed in grado di abbattere le lunghe file di auto e i tempi di attesa. Attraverso la modalità di prenotazione del tampone, l’Azienda sta monitorando i flussi allo scopo di assicurare la prestazione in tempi ragionevoli per tutte le persone interessate. L’attivazione di alcuni laboratori privati e dei medici di medicina generale fornisce l’opportunità di assicurare un servizio più capillare rispetto a quello offerto dai drive-in che, allo stato, sono ubicati in quattro dei 33 Comuni della Provincia. Si ritiene opportuno osservare che le condizioni economiche ed organizzative per aderire agli avvisi promossi dalla Regione Lazio erano note fin dall’inizio e, pertanto, non si comprendono le ragioni di valutazioni successive. È evidente che gli avvisi, così come l’insieme delle condizioni previste per aderire agli stessi, presuppongono il desiderio di fornire un contributo fattivo per fronteggiare l’attuale stato di emergenza accettando forme di rimborso che non necessariamente consentono di coprire tutti i costi da sostenere”. Per quanto riguarda invece i medici di medicina generale, “non appena sarà disponibile l’elenco dei medici aderenti, sarà organizzato un tavolo per ricercare, come è sempre stato fatto, soluzioni in grado di consentire la loro attivazione in modo efficiente e sicuro. Certamente, allo stato, non vi è la previsione di utilizzare i Pat per l’effettuazione dei tamponi - conclude la Asl -. È di tutta evidenza, infatti, che in quelle sedi non vi sono le condizioni logistiche di separazione dei percorsi per la gestione in sicurezza di tale attività congiuntamente a quella che ordinariamente è svolta presso quelle strutture”. 

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