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Dirigenti scolastici riconvocati in Provincia senza le parti sociali, Gilda valuta la condotta antisindacale

La Gilda torna a denunciare il modus operandi dell’ente di via Costa, che continua ad organizzare riunioni senza convocare i sindacati di categoria. Il punto sulla settimana corta

Dirigenti scolastici convocati in Provincia senza i sindacati. A segnalare il caso è la Gilda Insegnanti di Latina, dopo aver inviato all'Ente una diffida condivisa anche con Cisl e Uil, in cui si chiedevano i motivi di questa esclusione e di coinvolgere nelle prossime riunioni tutti i sindacati del settore scuola. Una richiesta che però, secondo la Gilda, sembra caduta nel vuoto. "Non solo la diffida non ha avuto risposta -  spiega la coordinatrice provinciale della Gilda, Patrizia Giovannini - ma sappiamo di un nuovo incontro con i dirigenti scolastici, convocato proprio per oggi, di cui nemmeno si conosce l’oggetto".

"Ci chiediamo la ragione per cui un ente territoriale esterno al mondo della scuola - continua la Giovannini - si ostini a entrare nel merito di questioni didattiche e organizzative eludendo l’ascolto di tutti gli attori che compongono quel mondo. Un atteggiamento ben diverso da quello della Regione Lazio che, in virtù di un accordo con il Ministero, riunisce sempre, anche solo per finalità informative di ordine pratico, sia l’USR Lazio, che è l’ufficio competente nelle decisioni didattiche e organizzative della scuola a livello regionale, sia le organizzazioni sindacali di categoria che possono dare un contributo importante sulla liceità o meno delle azioni da intraprendere in ambito scolastico".

"Riguardo il tema della settimana corta, qualsiasi decisione in merito - ribadisce la segretaria della Gilda - deve essere intrapresa dai consigli di istituto con propri atti interni, non dai collegi dei docenti che, invece, sono tenuti a discutere l’eventuale riduzione delle unità orarie di lezione per soli motivi didattici. Anche laddove si tratti di riunioni di monitoraggio o di indagine, così come le ha presentate il presidente della Provincia, è bene chiarire che così facendo si va comunque ad incidere sull’autonomia scolastica e semmai ci fosse necessità di indagine dovrebbe essere l’Usr a farla". La Gilda dunque interviene anche per smorzare gli entusiasmi su una novità che continua a non convincere tutti i dirigenti e gli istituti scolastici. "I suggerimenti espressi nelle riunioni dall’ente provinciale sull’opportunità di introdurre la settimana corta - sottolinea la Giovannini - non sono stati ben accolti da molti presidi e collegi dei docenti, che li hanno recepiti come un obbligo da assolvere in funzione del risparmio energetico. È vero che molti hanno votato la settimana corta, ma sono stati indotti a farlo e ad oggi sono chiamati a organizzare recuperi e allungamento dell’orario infrasettimanale in modo non del tutto legittimo. Sarebbe bastato demandare una decisione per cause di forza maggiore ai consigli di istituto". l sindacati continueranno a controllare le delibere collegiali e a denunciare agli organi preposti qualsiasi ingerenza esterna, senza escludere la possibilità di valutare la condotta antisindacale in caso di reiterazione.

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