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Il provvedimento / Aprilia

Razionalizzazione dell'acqua, ordinanza contro l'emergenza idrica anche nel comune di Aprilia

Il sindaco Terra: "Evitiamo inutili sprechi. Stiamo attraversando una fase di siccità ed è importante regolare di conseguenza i nostri comportamenti". Tutte le regole in vigore fino al 30 novembre

Anche il sindaco di Aprilia Antonio Terra ha firmato un'ordinanza per la razionalizzazione del consumo di acqua potabile e divieto di uso improprio. Il provvedimento, sollecitato anche dal presidente della Provincia Gerardo Stefanelli, punta ad un uso responsabile della risorsa idrica e si è reso necessario vista la crisi idrica che tutto il Paese sta attraversando e visto il recente decreto del presidente della Regione Lazio con il quale si è proclamato lo stato di calamità naturale per l’intero territorio regionale.

“Mi rivolgo al senso civico dei cittadini - ha dichiarato il primo cittadino Antonio Terra - Facciamo un uso oculato della risorsa idrica ed evitiamo inutili sprechi. Stiamo attraversando una fase di siccità ed è importante regolare di conseguenza i nostri comportamenti. Con piccoli gesti quotidiani, tutti insieme, possiamo determinare un risparmio significativo di una risorsa così importante”.

L’ordinanza, che resterà in vigore fino al 30 novembre 2022, come indicato nel decreto regionale, prevede il divieto di utilizzo dell’acqua potabile erogata dall’acquedotto pubblico nei seguenti casi: riempimento delle piscine; irrigazione di orti, giardini, prati e campi sportivi privati, lavare strade, selciati e qualsiasi altro utilizzo non strettamente riconducibile all’uso personale; il prelievo di acqua da fontane pubbliche per usi non diretti ed immediati, per riempire cisterne o botti, per rifornire locali privati mediante l’utilizzo di tubi di gomma, il lavaggio di veicoli privati, ad esclusione di quello svolto dagli autolavaggi; il lavaggio di aree cortilizie e spazi privati; il riempimento di fontane ornamentali, vasche da giardino, piscine private, anche se dotate di impianto di ricircolo dell’acqua; prelevare acqua dalle fontane pubbliche se non per gli usi cui tali prese sono destinate; altri utilizzi impropri e comunque diversi dalle normali necessità domestiche ed igieniche, nonché delle attività regolarmente autorizzate e per le quali necessità l’uso di acqua potabile. Le infrazioni ai divieti saranno punite con l’applicazione di una pena pecuniaria che va da un minimo di 25 ad un massimo di 500 euro, come disposto dalla legge.

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