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L'iniziativa / Fondi

Strage di Capaci, 30 anni dopo: studenti a lezione di legalità con il prefetto Maurizio Falco

L’iniziativa a Fondi per l’anniversario dell’attentato in cui morirono il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morbillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Tante le domande per il prefetto

Studenti a lezione di legalità con il prefetto di Latina Maurizio Falco, nel giorno in cui ricorre il 30esimo anniversario della strage di Capaci in cui il 23 maggio 1992 persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morbillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. C’è stato oggi a Fondi l’incontro che ha visto protagonisti i ragazzi degli Istituti Pacinotti, De Libero-Gobetti, Soccodato e San Francesco, in memoria di una delle pagine di storia più violente e dolorose di tutti i tempi. E sono state tante le domande che gli studenti hanno ricolto al prefetto Falco mostrando un forte interesse.

Cosa comporta, sia al livello economico che sociale, la presenza di clan mafiosi nei nostri territori? Come possono, ragazzi come noi, in termini pratici, combattere le mafie e contribuire alla battaglia che istituzioni, governo e forze dell’ordine conducono contro la criminalità organizzata? Ci sono buone prospettive per sconfiggere le agromafie in provincia di Latina? Sono solo alcuni degli interrogativi a cui ha risposto il prefetto. "Perché ogni giorno, ognuno di voi – ha ricordato Maurizio Falco – può fare la sua parte, per esempio, mettendo in un angolo il violento. Questo farà capire a chi esercita la violenza, una volta tornato a casa, che è solo. Sembra una blasfemia ma il meccanismo della criminalità, naturalmente amplificato all’ennesima potenza, è lo stesso del bullismo e di altre forme di prevaricazione. Allo stesso tempo bisogna sempre restare vigili, cogliere i segnali, rifuggire l’opacità perché è anche vero che la mafia non è più violenta come lo era prima e usa altri metodi per stare all’interno del sistema. Metodi di speculazione che dobbiamo imparare a riconoscere. Ma se io non ho paura perché faccio esercizio di legalità insieme alle insegnanti, alle istituzioni e alle forze dell’ordine, io tolgo terreno alla criminalità. Ed è questo che fa la mafia, vive della paura perché si pone come modello alternativo e più conveniente alle azioni che richiedono coraggio. Coraggio che oggi, invece, voi qui ed oggi state dimostrando di avere”.

Non sono mancate domande rivolte al sindaco di Fondi Beniamino Maschietto che, nel ringraziare infinitamente il prefetto e le forze dell’ordine per la presenza e per i significativi interventi, ha spiegato come il Comune si stia impegnando per utilizzare in maniera virtuosa i beni confiscati alla malavita organizzata, per esempio, dando ospitalità alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra o alle associazioni impegnate nel sociale. Tantissimi, poi, gli spunti di riflessione pervenuti durante una mattinata intensa e significativa, non solo per via della drammatica ricorrenza e dei riferimenti concreti al territorio, ma anche per via della presenza da una parte dei giovani, futuro della società, dall’altra delle istituzioni e dei vertici delle forze dell’ordine.

Il moderatore Gaetano Orticelli ha infatti avuto modo di dare la parola, oltre che all’eurodeputato Salvatore De Meo, al direttore del Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi Lucio De Filippis e al consigliere Raffaele Gagliardi che ha ideato e curato l’evento, al comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Lorenzo D’Aloia, al tenente colonnello della Guardia di Finanza di Latina Angelo Andreozzi, al vice questore Marco De Bartolis e al comandante della polizia locale di Fondi Giuseppe Acquaro. Presenti in aula anche i sindaci dei Comuni di Lenola Fernando Magnafico e di Monte San Biagio Federico Carnevale, l’amministratore delegato del Mof Enzo Addessi nonché diversi assessori e consiglieri della Pubblica Assise che hanno seguito con interesse e compartecipazione l’evento.

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