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“Certamen Ciceronianum Arpinas”: uno studente di Sezze al famoso concorso internazionale

Tra i 238 studenti dei 15 paesi di tutto il mondo che hanno partecipato anche Vincenzo Recine del Liceo Classico Pacifici e de Magistris già vincitore del primo premio del “Certamen Nazionale Liviano”

C’era anche la provincia pontina con il Liceo Classico Pacifici e de Magistris di Sezze a rappresentare l’Italia nel certamen internazionale più antico e più famoso al mondo. Tra il 4 e il 7 maggio ad Arpino  si è svolto, infatti, il “Certamen Ciceronianum Arpinas” che, per la sua 42esima edizione, ha visto la partecipazione di ben 15 paesi del mondo per un totale di 238 studenti e 60 docenti. Tra gli studenti c'era anche Vincenzo Recine del II Liceo Classico che, già noto per aver vinto il primo premio del “Certamen Nazionale Liviano” nel marzo di quest’anno, ha rappresentato l’istituto di Sezze. 

L’ambìto primo premio del “Ciceronianum” è andato alla Germania ma la comunità scolastica setina è comunque orgogliosa per aver avuto la possibilità di essere stata rappresentata dal giovane alunno all’interno di un evento di così vasta visibilità a livello internazionale. 

“Infatti - ha spigato la professoressa Silvia Mattei - è importante ricordare che il ‘Certamen Ciceroniano Arpinas’ non è solo una gara di traduzione di un brano di Cicerone dal latino alla lingua madre, ma è anche l’insieme di diverse esperienze di carattere artistico, storico e relazionale: è un momento in cui ragazzi della stessa età e provenienti da diverse parti del mondo, non solo competono in bravura, ma si confrontano nelle diverse culture nei limiti delle varie lingue che vengono infranti proprio dalla buona conoscenza del latino. E’ frequente infatti, nei giorni in cui si svolge il ‘Certamen’, sentire studenti russi, polacchi, sloveni parlare tra di loro in lingua latina essendo l’unica che rende possibile la comunicazione. Quello che avviene durante questo tipo di eventi deve far riflettere soprattutto quanti ancora perseverano nel ritenere inutile lo studio della lingua latina e si ostinano pertanto a definirla una ‘lingua morta’”.

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