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Cronaca

Minturno, affido aree verdi: per Sel parola d'ordine trasparenza

Per circolo di Sel "Antonio Gramsci" l'ideale sraebbe un piano di gestione che non contrasti con gli interessi di nessuno e garantisca trasparenza

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LatinaToday

Il circolo di Sinistra Ecologia e Libertà "Antonio Gramsci" di Minturno pur avendo ovvia propensione per la gestione pubblica dei beni comuni, ritiene che il bando di gara per l'affidamento in concessione di aree verdi finalizzato alla gestione delle stesse con possibilità di realizzazione di una struttura per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, possa essere una buona occasione per il nostro territorio.

Un gestione chiara degli affidi, impostata su criteri meritocratici e di mercato, non solo servirebbe a ridare un minimo di decoro al paese, ma sicuramente aiuterebbe a creare occupazione nel breve-medio termine.

Ciò può accadere maggiormente tramite un piano di gestione che non contrasti con gli interessi di nessuno, ovvero trasparenza, cioè tenere nella dovuta considerazione le regole imposte dalla legge per le associazioni, le cooperative e le persone fisiche. L'occasione potrebbe risultare utile anche alle frazioni di Minturno, le sinergie e l'interazione trai i vari affidatari infatti, creerebbe una unione di interessi, gli eventi, le aree dismesse, i locali affidati a questa o a quella associazione risulteranno fondamentali per far conoscere il nostro territorio nel suo complesso, senza dimenticare le aziende agricole, i centri olivicoli, i centri sociali, i prodotti tipici, le aree parco, i prodotti ittici, il mare e il fiume Garigliano.

Il bando invece per come è stato concepito, non è trasparente, manca di specificare cosa accade nel caso in cui si autorizzasse l'apertura di una stessa attività già presente nel comprensorio, non chiarisce i termini delle priorità, benché questi siano rilevanti nel caso di persone con disagi psico-fisici o in assenza di reddito, il bando non chiarisce chi è in grado di stabilire quale progetto può essere migliore di un altro. La concessione di 7 anni più 7 appare decisamente eccessiva. La parte riguardante la possibilità di realizzare manufatti (con strutture "precarie" cosa si vuol dire?) per la somministrazione di cibo e bevande è confusa, vaga ed andrebbe rivista tenendo conto delle attività commerciali limitrofe.

Dal bando dovrebbe risultare in maniera decisamente più chiara, quale sarà il vantaggio per l'Amministrazione comunale e per i cittadini di Minturno.

Chi dovrà essere incaricato dei controlli sulla gestione? E come dovranno essere svolti?

I compagni del circolo "Antonio Gramsci" di SEL si augurano che questa iniziativa non si trasformi nella solita gestione "interna" a cui i minturnesi sono ormai abituati, come successo per esempio questa estate per la gestione delle spiagge libere, in barba alle leggi e alla meritocrazia.

Non è accettabile che sia la Commissione Edilizia o Urbanistica (già autrice di decisioni folkloristiche in passato), a realizzare una graduatoria dei migliori progetti. SEL Minturno ritene opportuno che, oltre migliorare il bando, si dovrebbe affidare la valutazione dei progetti ad una giuria super partes, composta da personaggi che nulla hanno a che vedere con la vita politica dell'amministrazione, evitando ad esempio che progettista, affidatario o direttore dei lavori, possano essere la stessa persona o comunque legati da rapporti politici, di parentela o clientelari.

In questo senso riteniamo corretta la posizione del dott. Erminio Di Nora, che tramite una lettera al sindaco Graziano evidenzia le "anomalie" del bando, sullo stesso piano anche il "Comitato di Promozione della qualità della vita" di via Cristoforo Colombo che nella persona del Presidente, dott. Eugenio Monteleone, elenca in maniera piuttosto dettagliata le gravi anomalie del sopramenzionato bando di gara.

Per SEL Minturno, "Lavoro" è la parola d'ordine, ma senza favorire guerre tra poveri e clientelismi.

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