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Cronaca

Alba Pontina, Calandrini dopo le rivelazioni del pentito: “Nessun mio coinvolgimento per avere voti”

La reazione del senatore di Fratelli d’Italia citato da Agostino Riccardo durante la sua deposizione in aula

Fanno parlare le dichiarazioni rese ieri da Agostino Riccardo in aula nell’udienza del processo Alba Pontina contro il clan di Armando Di Silvio. Il collaboratore di giustizia nel corso della sua deposizione in videoconferenza ha svelato i retroscena delle campagne elettorali di molti esponenti politici e partiti gestite da lui e da altri esponenti della famiglia rom. 

Tra i politici locali citati dal pentito c’è anche Nicola Calandrini - non coinvolto come altri esponenti chiamati in casua da Riccardo nel procedimento in corso - che ha voluto fare delle precisazioni in merito attraverso una nota. 

“Nel 2013 io e Pasquale Maietta eravamo contemporaneamente candidati lui alla Camera dei Deputati io al Consiglio Regionale ed entrambi facevamo parte di Fratelli d’Italia - scrive l’oggi senatore di Fratelli d’Italia -. Conseguentemente non posso escludere che Maietta, nello svolgere campagna elettorale per lui, abbia richiesto a terzi e quindi anche nell’ambiente calcistico nella sua qualità di allora presidente del Latina Calcio, di votare per me alle Regionali. Ricordo ancora - prosegue Calandrini - che, sempre in quel periodo (2013), Maietta non solo non risultava coinvolto in alcuna vicenda giudiziaria ma risultava essere una figura politica di primo piano sia all’interno del partito sia per rivestire rilevanti cariche istituzionali cittadine (consigliere comunale eletto e assessore al bilancio).

Posso inoltre dire con certezza che io non ho mai incontrato i tifosi, e se anche lo avessi fatto non lo considero una cosa disdicevole. Escludo nel modo più categorico di aver avuto conoscenza della presunta mediazione ‘specifica’ di Maietta per ‘girarmi’ 500 voti dalla curva dei tifosi del Latina Calcio”.

“Dopo di ché le elezioni regionali si chiusero con un bilancio di circa 6.300 preferenze di cui 4.000 nella sola città di Latina, che non furono comunque sufficienti per la mia elezione in Regione.

Ad ogni modo - continua ancora Calandrini - , fin dalla mia prima candidatura, nel 2002, il mio consenso elettorale e i voti raccolti sono perfettamente riconducibili a un elettorato storico e consolidato nel tempo. Le persone che mi hanno sostenuto e che mi sostengono tutt’ora le ho sempre incontrate alla luce del sole e nella più totale trasparenza. Questo è il solo modo che conosco di fare politica e di raccogliere consensi. Respingo quindi con forza qualsiasi allusione circa un mio presunto coinvolgimento per acquisire voti, direttamente o indirettamente, con modalità improprie o addirittura illegali, auspicando che la magistratura possa rapidamente chiarire tutte le presunte circostanze riferite dal pentito Agostino Riccardo”.

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