Anno giudiziario, la relazione di De Falco: "Economia infiltrata da logiche criminali"
La relazione del Procuratore della Repubblica. Situazione allarmante anche per caporalato, corruzione e maltrattamenti in famiglia
“L'analisi dell'andamento dei reati economici mostra come la provincia di Latina sia permeata da un tessuto produttivo in parte infiltrato da logiche criminali”.
Lo ha scritto a chiare lettere il Procuratore della Repubblica di Latina Giuseppe De Falco nella relazione che ieri è stata presentata dal presidente della Corte di Appello di Roma Luciano Panzani in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020. Nel suo report il capo di via Ezio sottolinea l’esistenza di “contesti di criminalità economica organizzata, caratterizzati da imponenti evasioni, dal contributo di professionisti, dalla adozione di condotte corruttive di natura agevolatrice rispetto al gruppo strutturato e di riciclaggio dei profitti. In tale contesto, sottolinea ancora De Falco - non sono infrequenti condotte di riciclaggio e auto riciclaggio dei principali assets delle imprese commerciali oggetto di distrazione mediante il trasferimento in favore di soggetti di comodo, ovvero il reimpiego in ulteriori attività economiche di fatto riconducibili al medesimo imprenditore. La fotografia dei reati commessi in provincia di Latina include inoltre fenomeni di talvolta estesa corruzione all'interno di diverse amministrazioni pubbliche quali Commissione Tributaria, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza, INPS) in cui sono risultati coinvolti pubblici funzionari, professionisti e imprenditori.
De Falco dedica poi un passaggio alle operazioni ‘Petrus’ e ‘Astice’ sottolineando come l’indagine abbia portato alla luce un'attività di spaccio di sostanze stupefacenti all'interno della casa circondariale di Latina “da alcuni detenuti con la compiacenza ed il concorso di agenti della polizia penitenziaria che si sono prestati a consentire l'introduzione di sostanze stupefacenti, alimenti ed oggetti non consentiti, ma anche ad altre condotte infedeli, consistite nell'assegnazione delle celle sulla base delle indicazioni di alcuni detenuti di particolare spessore criminale (anche consentendo contatti tra coindagati prima dell'interrogatorio di garanzia), nel consentire comunicazioni telefoniche dei detenuti con persone loro complici all'esterno della struttura carceraria, nel consentire l'ingresso e l'uscita dal carcere di messaggi scritti”.
Passando ad altro genere di reati è invece aumentato il numero dei procedimenti per il delitto di maltrattamenti e per quello di stalking, numero che assume ormai secondo il Procuratore toni allarmanti. Per la stragrande maggioranza tali ultimi reati sono da ricondurre alla violenza domestica in danno delle donne, fenomeno quanto mai ricorrente e grave, tanto che è sempre allarmante il rischio che essa sfoci in episodi omicidiari.
E poi c’è il fenomeno del caporalato, amplificato dalla presenza di numerosissimi lavoratori stranieri, per lo più indiani, che vengono impiegati in condizioni di pieno sfruttamento nei lavori in agricoltura. Le indagini in materia, rileva De Falco, stanno divenendo sempre più frequenti, anche in ragione delle denunce che cominciano ad essere sporte dai lavoratori sfruttati come dimostrano peraltro numerose inchieste come ‘Commodo’.