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Cronaca Ponza

Appalti pilotati a Ponza, cade l’accusa di associazione a delinquere

Il Tribunale del Riesame di Roma respinge il ricorso della Procura di Latina per il riconoscimento del vincolo associativo a tre ex amministratori. Confermati gli altri reati contestati

Stralciate definitivamente le accuse di associazione a delinquere per i tre ex assessori del Comune di Ponza indagati - assieme all’ex sindaco Porzio e a tre imprenditori locali - nella vicenda degli appalti truccati sull’isola. Il Tribunale del Riesame di Roma ha infatti respinto il ricorso presentato dalla Procura di Latina per il riconoscimento del vincolo associativo tra gli ex amministratori accusati di aver pilotato le gare d’appalto.

La sentenza del tribunale romano, resa nota ieri, arriva sulla scorta del dibattimento del 15 novembre scorso, quando si discusse il voluminoso ricorso di oltre 800 pagine presentato dal pubblico ministero Olimpia Monaco. Con questo pronunciamento cade quindi l’accusa di associazione a delinquere per gli ex assessori Franco Schiano, Mario Pesce e Silverio Capone, la cui posizione nell’inchiesta si alleggerisce notevolmente.

Lo scandalo sull’isola pontina era scoppiato nello scorso settembre, quando l’inchiesta della Procura di Latina aveva fatto scattare le manette per l’ex sindaco Pompeo Rosario Porzio, tre ex assessori e tre imprenditori locali. Agli indagati vennero contestati i pesanti reati di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, alla truffa e all’abuso d’ufficio. Caduta l’accusa del vincolo associativo, restano ovviamente in piedi le contestazioni relative alla cattiva gestione degli appalti del Comune di Ponza.

Per i sette indagati il Tribunale del Riesame aveva già accolto la richiesta di revisione delle misure di custodia cautelare: gli ex amministratori e gli imprenditori sotto inchiesta sono ora sottoposti agli arresti domiciliari.

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