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Il nuovo provvedimento / Aprilia

Maxi sequestro da 10 milioni agli imprenditori che interravano rifiuti tossici

Sotto chiave tre compagini societarie, terreni, rapporti societari. La famiglia di imprenditori era stata coinvolta nell'inchiesta Dark Side

Un patrimonio da 10 milioni di euro finito sotto chiave, costituito da beni e assetti societari riconducibili a una famiglia di imprenditori che opera nella gestione dei rifiuti e nel settore immobiliare. Tutto nasce nel 2017 dall'operazione Dark Side che aveva portato alla luce l'esistenza di un'organizzazione dedita allo smaltimento illecito di rifiuti, anche di natura tossica, all'interno di una cava dismessa alla periferia del comune di Aprilia. Ora, nell'ambito di una strategia di contrasto all'accumulazione di patrimoni illeciti, il Servizio centrale anticrimine e la Divisione anticrimine della questura di Roma hanno eseguito un nuovo sequestro finalizzato alla confisca emesso dal tribunale su proposta del questore e della procura di Roma.

Da Dark Side alle indagini patrimoniali successive

La famiglia era stata coinvolta proprio nell'inchiesta Dark Side - al centro della quale c'erano i Piattella di Aprilia - che aveva fatto luce sull’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti, accertando numerosi sversamenti abusivi, aventi ad oggetto anche rifiuti di natura tossica e generanti elevatissimi profitti illeciti. Tra i conferitori fu individuata anche un’impresa riconducibile alla famiglia di imprenditori i quali, per gli quei fatti, sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Roma per traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, realizzazione o gestione di discarica non autorizzata e inquinamento ambientale. Ulteriori approfondimenti investigativi rispetto alla prima inchiesta sui rifiuti hanno però consentito di raccogliere altri gravi elementi indiziari a carico della stessa famiglia per reati nella gestione della società, quali intestazioni fittizia di beni, autoriciclaggio, appropriazione indebita, emissione di false fatturazioni per operazioni inesistenti. Così le indagini patrimoniali sono andate avanti e hanno finito per abbracciare gli ultimi 30 anni di attività degli imprenditori facendo emergere una marcata sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco e il patrimonio effettivamente nella disponibilità della famiglia. In particolare, venivano utilizzati schemi societari per effettuare acquisizioni immobiliari finanziate da proventi illeciti derivati dai traffici o dalla sistematica distrazione di fondi societari.

I beni sequestrati agli imprenditori dei rifiuti - Il video

Il nuovo sequestro per 10 milioni di euro

Al termine delle nuove indagini patrimoniali, accogliendo la proposta del procuratore e del questore di Roma, il tribunale ha disposto un nuovo sequestro eseguito nelle ultime ore. Sotto chiave è finita la totalità delle quote e dell'intero patrimoniale aziendale relativo a tre compagini societarie che operavano appunto nei settori del trattamento dei rifiuti, del commercio di materiale ferroso e dell'immobiliare, oltre a 22 fabbricati, 10 terreni, un veicolo, 34 rapporto finanziari. Il valore complessivo del patrimonio ammonta a 10 milioni di euro.

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